Pescara. Una ragazza di 26 anni è stata uccisa a coltellate in via Acquatorbida, nel quartiere di Fontanelle.
La vittima si chiama Jennifer Sterlecchini. Ferito anche l’uomo, Davide Troilo, 32 anni, titolare di una piccola ditta che installa ascensori. L’omicidio al culmine di una lite con il compagno, avvenuta in un’abitazione al civico 31 della traversa di via Fontanelle che costeggia la ferrovia.
La relazione si sarebbe interrotta, dopo un periodo di convivenza, alcuni giorni fa e la giovane aveva lasciato la casa all’angolo tra via Acquatorbida e via Vicenza, appartenente alla famiglia del ragazzo: al piano inferiore, infatti, vive il fratello più grande con la moglie e 3 figli. La ragazza oggi è tornata a riprendere le sue cose: scoppiata la lite, lui le avrebbe impedito di uscire, chiudendo la porta e impedendo di entrare anche alla madre di lei, che l’aveva accompagnata, sarebbe poi spuntato fuori un coltello, quindi la tragedia.
Troilo l’ha ferita mortalmente al collo, sulla pancia e in altri punti del corpo, lasciandola in lago di sangue, per poi auto infliggersi diverse coltellate. I carabinieri lo hanno trovato disteso accanto al cadavere, all’ingresso dell’appartamento: inizialmente le sue condizioni sembravano gravi, ora è invece cosciente è sotto interrogatorio in ospedale da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, diretti dal Maggiore Massimiliano Di Pietro, dove rimane piantonato in stato d’allerta.
L’omicida resta in ospedale con una prognosi di 15 giorni.
A lanciare l’allarme è stato un vicino, che abita nella casa di fronte, richiamato dalle urla della madre, che cercava disperatamente di intervenire, e da quelle della ragazza che gridava “aiuto, aiuto mamma, mi sta ammazzando”. L’uomo ha ritrovato la madre semi svenuta sull’uscio e ha iniziato a bussare per farsi aprire, ma ha potuto solo chiamare i soccorsi.
L’omicida è molto conosciuto nel quartiere di Fontanelle, dove è nato e cresciuto, ed è padre di un bambino avuto da un precedente matrimonio. La vittima, invece, è la sorella di un noto dj, attivo da anni nelle discoteche della città.
Ad unire la coppia anche due precedenti tragedie familiari che li hanno lasciati entrambi senza padre. Il padre di lui, carabiniere, è rimasto vittima delle complicazioni di un intervento alla tiroide negli anni ’90, lasciando la moglie e i due figli in tenera età. Il padre della vittima, invece, si è suicidato pochi anni orsono.
In totale shock l’intero quartiere, i vicini non si capacitano dell’accaduto e parlano di “ragazza splendida” e di “famiglia per bene” e non si spiegano di “come si possa arrivare a tanta ferocia”, tant’è che ha visto il corpo dice che è irriconoscibile.
Il racconto dei conoscenti. Dolore e incredulità di amici e conoscenti in via Vicenza a Pescara davanti alla casa in cui Jennifer, 26 anni, è stata uccisa dall’ex compagno, Davide. “Non conosco elementi per pensare che la maltrattasse – dice uno dei migliori amici della ragazza – Secondo me era ossessionato da lei. Si era anche tatuato il suo nome sul braccio”.
“E’ un bravo padre – dice una donna residente in zona – una persona che lavora, un bravo ragazzo, lo conosco da quando era piccolo. Non riesco a credere sia stato lui”. Mentre sono ancora in corso i rilievi dei carabinieri, viavai nella casa di fronte dove, accolta da amici, c’è la madre della ragazza. Dopo aver chiesto aiuto richiamata dalle urla della figlia, è svenuta in strada ed è stata soccorsa da un vicino che poi ha dato l’allarme.
Jennifer e il femminicidio. La settimana scorsa, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, Jennifer Sterlecchini, la ventiseienne uccisa oggi dall’ex compagno a Pescara, aveva riportando sul suo profilo Fb frasi di condanna contro questo fenomeno tratte da letture e da altri post sui social network.
“La violenza contro le donne è il virus del non-uomo – aveva postato la ragazza – Questi sono incapaci di rapportarsi con una donna, la violenza è figlia degli incapaci, gli incapaci di accettare una relazione e soprattutto le problematiche della coppia.
Questi sono ignoranti, perché l’ignoranza è alla base di mancanza di vocabolario, di parole, di argomentazioni, l’uomo senza vocabolario è costretto all’azione, alla minaccia, allo schiaffo, al calcio, alla violenza”. “E’ la mancanza di virilità – scriveva ancora condividendo citazioni – che rende l’uomo un bambino disperato, impotente e violento, ma è anche grazie all’aggressione e alla violenza che diventa momentaneamente grande e soddisfatto di se stesso, con il suo momento irriducibile di gloria.
Beatrice Lorenzin. Ho appena saputo che c’è stato un caso di femminicidio a Pescara e vorrei cogliere questa occasione per invitare tutte le persone che si ritrovano coinvolte in questi casi, dai cittadini ai familiari ai vicini di casa, a collaborare e denunciare”. Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, oggi pomeriggio a Pescara, a margine di un incontro con i medici e i dirigenti delle Asl abruzzesi. “Come Governo stiamo lavorando molto su questo fronte – ha aggiunto il ministro – e c’è bisogno di un cambiamento culturale generale, che riguarda da vicino tutti i cittadini”.
Il racconto di Davide Troilo. Il 32enne accusato di aver ucciso la ex fidanzata a Pescara, è ricoverato in ospedale con una prognosi di 15 giorni. Ancora non sa che l’ex fidanzata è morta. Per il giovane è scattato l’arresto.
Nel corso dell’interrogatorio davanti al pm Silvia Santoro, in ospedale, ha raccontato la sua versione dei fatti, affermando che la discussione sarebbe scaturita da un computer ed un tablet che i due avevano in comune. Ci sarebbe stata una lite e la giovane, afferrato un coltello, in un primo momento si sarebbe ferita da sola al collo.
In particolare, secondo la versione fornita da Troilo, la ragazza, raggiunta la casa in cui fino a pochi giorni fa vivevano insieme con l’intenzione di riprendere le sue cose, non avrebbe voluto restituirgli un tablet che a lui serviva per lavorare nella sua piccola ditta che si occupa di ascensori. A quel punto si sarebbe rifiutato di restituire un computer e sarebbe nata una lite vera e propria. I due si sarebbero spinti a vicenda, scivolando a terra a causa del pavimento bagnato. La ragazza a quel punto avrebbe preso un coltello in cucina e, dicendo di non farcela più a vivere in quel modo, si sarebbe ferita al collo. Lui, allora, sempre secondo quanto riferito al pm, avrebbe preso un altro coltello e si sarebbe ferito al collo. La ragazza, poi, lo avrebbe colpito all’addome e lui, a sua volta, con un colpo al collo in profondità ed altri sul corpo. I due sono caduti entrambi a terra.
Il ragazzo non ricorda gli istanti successivi. Il suo legale, Davide Antonioli, lo ha definito scosso e provato. I due erano fidanzati da circa tre anni, poi, alcuni giorni fa, la 26enne aveva interrotto la relazione. Oggi era andata a riprendere le sue cose accompagnata dalla madre.