Terremoto L’Aquila, crollo via Don Luigi Sturzo: condanna a tre anni

terremoto_laquilaL’Aquila. Il giudice monocratico del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Grieco, ha condannato a tre anni di reclusione per omicidio plurimo e disastro colposo Augusto Angelini, 85 anni, dell’Aquila.

La vicenda è relativa al sisma che colpì il capoluogo nel 2009, in particolare nei crolli di due palazzi adiacenti di via Luigi Sturzo dove morirono 27 persone. Angelini, unico sopravvissuto tra gli indagati, era progettista architettonico e direttore dei lavori di entrambi gli stabili. L’imputato non era presente in aula per motivi di salute. Anche il pm, Fabio Picuti, aveva chiesto la condanna a tre anni di reclusione.

Nella sentenza di condanna per Angelini, il giudice Unico del Tribunale dell’Aquila ha disposto il pagamento alle parti civili di una provvisionale complessiva che supera abbondantemente il milione di euro. L’avvocato Augusto Di Sano, legale di fiducia dell’Angelini (in ospedale per sottoporsi ad un intervento chirurgico di by-pass), ha annunciato di fare Appello alla sentenza di condanna e di chiedere in quella sede l’avvio di una perizia terza.

Secondo il legale, infatti, i due edifici sarebbero crollati per la presenza di serbatoi dell’acqua, due due appartamenti in più rispetto al progetto iniziale in cui i proprietari avevano sistemati degli strumenti musicali che avrebbero appesantito gli edifici che si trovavano all’interno delle mura del centro storico, nelle vicinanze della Villa Comunale ed erano in cemento armato. Secondo l’accusa i due edifici crollarono anche per errori di progetto e calcolo delle strutture consistiti nella mancata previsione e verifica del sistema resistente alle azioni sismiche orizzontali provenienti da almeno due direzioni. La magistratura aquilana, sulla scorta di indagini fatte dalla polizia giudiziaria della Forestale, ha più volte evidenziato come nella zona di via Sturzo e strade vicine, dove ci sono tutti edifici in cemento armato costruiti tra il 1950 e il 1965, ci siano state 135 vittime, ovvero il 45 per cento del totale delle vittime del terremoto del 6 aprile sono concentrate nel crollo di 11 edifici di quella zona. Inevitabile, a quel punto, il confronto con i tanti fabbricati vicini non crollati. 

 

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