Terremoto L’Aquila, Processo Grandi Rischi Bis: assolto Guido Bertolaso

L’Aquila. Assolto per non aver commesso il fatto.

Con questa formula il giudice monocratico del Tribunale dell’Aquila Giuseppe Grieco, dopo circa 4 ore di camera di consiglio, ha messo la parola fine al processo a carico dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, alla sbarra con le accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni in relazione al terremoto che devastò L’Aquila e il circondario il 6 aprile 2009. Le vittime furono 309, i feriti più di 1700.

L’accusa aveva chiesto 3 anni di reclusione mentre l’avvocato Filippo Dinacci l’assoluzione con formula piena. La Procura per due volte aveva chiesto l’archiviazione del procedimento ma le parti offese avevano sempre fatto opposizione.

Alla fine il “Caso” era stato avocato dalla Procura Generale che aveva disposto il giudizio per l’ex capo del Dipartimento di Protezione civile.

In particolare, secondo il giudice Grieco, Bertolaso pur essendo stato l’ispiratore della riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009 non avrebbe commesso alcun reato, così come non sono stati ravvisati elementi penalmente rilevanti nella famosa telefonata che Bertolaso ebbe con l’allora assessore alla Protezione civile regionale Daniela Stati nella quale l’ex capo della Protezione civile mise in piedi un’operazione mediatica dicendo che il messaggio che doveva passare era quello di “rassicurare la gente” intimorita dal susseguirsi dello sciame sismico che si protraeva ormai dal dicembre del 2008.

Dei sette esperti la Commissione – tutti condannati in primo grado a 6 anni – sei sono stati assolti sia in appello che in Cassazione mentre l’unico condannato con sentenza passata in giudicato è stato Bernardo De Bernardinis, ex numero due di Bertolaso, al quale erano stati inflitti 2 anni con i benefici di legge.

Fu lui, in particolare, a rassicurare gli aquilani nel corso di una intervista tv rilasciata dopo la riunione della Commissione. A differenza di quando aveva detto più volte, anche quando stava per candidarsi a sindaco di Roma, Bertolaso non ha rinunciato alla prescrizione dei reati.

Il processo, dunque, si è concluso prima del 6 ottobre, giorno in cui le accuse all’ex capo della Protezione civile andranno prescritte dopo 7 anni e sei mesi dal terremoto aquilano. La sentenza odierna, dunque, non avrà ripercussioni neanche sul piano civile, ovvero del risarcimento danni ai familiari delle vittime che si sono costituti parte civile.

Bertolaso: ‘E’ stata scritta una pagina di verità’

‘La giustizia ha fatto il suo corso e oggi è stata scritta una pagina di verità’. Così l’ex capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso commenta all’Agi la sua assoluzione.

E riferendosi alla ricostruzione post-sisma quando la gestione era nelle mani della Protezione civile ha aggiunto:

“Dopo che sulla vicenda aquilana si è gettato fango per tanti anni – ha sottolineato – adesso spero che qualcuno davvero abbia voglia di ristabilire quelli che sono stati i fatti di un intervento, di un’operazione che è stata unica nella storia del nostro Paese. Questa sentenza dà una parola molto chiara su quello che è stato fatto a L’Aquila”.

Sull’imminente prescrizione dei reati Bertolaso ha voluto chiarire che “se davvero avessi voluto avvalermi di questo istituto, non avrei certo rinunciato alla mia lista di testimoni nè tantomeno chiesto nell’udienza del 20 settembre scorso di arrivare a sentenza prima del 6 ottobre” 2016, la data fatidica della prescrizione.

“Mi inchino di fronte a un magistrato monocratico – ha aggiunto Bertolaso – che a L’Aquila ha avuto il coraggio di decidere in modo autonomo. Mi inchino di fronte agli oltre 600 morti che ci sono stati in Italia in questi ultimi 7 anni a causa di tre terremoti. Spero davvero che in futuro – è stato il commento finale dell’ex capo Dipartimento della Protezione civile – si cominci a fare prevenzione perche’ e’ questo l’unico modo per evitare vittime nel nostro Paese a causa dei terremoti”.

Pezzopane: ‘Resta amarezza’

‘Le sentenze si rispettano sempre, ma resta l’amarezza per un dispositivo che ovviamente non affronta le responsabilità politiche di quanto accadde in quei giorni. Ci sono famiglie che da 7 anni sostengono processi dolorosi pur di appurare la verità su quanto avvenne immediatamente prima di quel tragico 6 aprile 2009.

Guido Bertolaso è stato assolto per insufficienza di prove. Non era presente alla conferenza stampa con cui la Commissione Grandi Rischi rassicurò la popolazione allarmata per uno sciame sismico che non si interrompeva, fatto per il quale a questo punto l’unico capro espiatorio resta Bernardo De Bernardinis, allora vice di Bertolaso’.

Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, eletta in Abruzzo.

‘Oggi non potevo mancare all’udienza – prosegue Pezzopane – Sono sempre stata e resto vicina a queste famiglie, colpita anch’io dal terremoto. Sull’intera vicenda e su tutto quello che è stato fatto prima del 6 aprile rimangono molte ombre e questo amareggia.

Non a caso – ricorda infine la senatrice – ho già da tempo depositato un ddl con richiesta di istituire una commissione di inchiesta, per chiarire le responsabilità politiche della commissione grandi rischi e di chi decise di mandarla a L’Aquila a fare un’operazione mediatica di rassicurazione, come disse Bertolaso nella famosa intercettazione’.

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