Chieti, sondaggi in via IV Novembre sul mercato in città

corso_marrucinoChieti. Interviste e sondaggi in viale IV Novembre. È l’iniziativa dei Giovani Democratici di Chieti, in programma per la mattina di domani per capire direttamente dalla voce dei cittadini se la villa comunale è realmente adatta a ospitare il mercato cittadino.

 

“Chiederemo a chi vive quotidianamente Villa Frigerj” spiega meglio Alessandro Marzoli “di dare un proprio parere sulla possibilità che il parco cittadino, appena riqualificato, possa tornare ad ospitare le bancarelle degli ambulanti durante la settimana. Con un semplicissimo questionario porremo ai cittadini tre domande: crede che la villa comunale di Chieti sia adatta ad ospitare il mercato cittadino, che si svolge attualmente lungo via della Liberazione e via XXIV Maggio? Ritiene che la villa potrebbe essere danneggiata dai mezzi degli ambulanti? Quale luogo del centro storico preferirebbe per lo svolgimento del mercato settimanale? Pubblicizzeremo lo stesso sondaggio sui siti internet e sulle pagine Facebook dei Giovani Democratici di Chieti e comunicheremo al Comune di Chieti e agli organi di stampa i risultati ottenuti”.

La reazione del presidente della 8ª Commissione Consiliare Attività produttive e Sviluppo economico, Lavoro e formazione, Commercio e Artigianato, Diego Costantini (PDL): “In questi giorni molti “commentatori politici” si sono espressi sul caso “mercato ubicato presso la villa comunale”. Penso che costoro abbiano un solo interesse: semplicemente avere una ribalta mediatica e confermare che la sconfitta elettorale avvenuta il 29 marzo 2010 scotti ancora oggi. Si è scritto e detto che il trasloco del mercato presso la Villa Comunale risulti essere un’offesa al patrimonio artistico di Chieti e al primo e più importante intervento di riqualificazione architettonica e ambientale sull’antico terreno di Villa Frigerj diventato Parco della Città alla fine dell’800. Penso che anche questa volta, come è accaduto con l’antico lavatoio di Brecciarola, si voglia strumentalizzare la situazione facendo eco su preoccupazioni inesistenti. Difatti tale procedimento verrà attuato con un apposito regolamento intento a disciplinare: La modalità di accesso degli operatori e sistemazione delle attrezzature di vendita; la regolazione della circolazione pedonale e veicolare; la modalità di assegnazione dei posteggi occasionalmente liberi o comunque non assegnati; la modalità di registrazione delle presenze e delle assenze degli operatori; le norme igienico sanitarie da osservarsi per la vendita dei prodotti alimentari; la modalità di esercizio della vigilanza. Ne consegue che con tali atti regolamentari il mercato funzionerà  e non arrecherà nessun danno alla villa comunale, nessun disagio alla cittadinanza, e ai piani di emergenza della città. Voglio ricordare che è il consiglio comunale a determinare le aree concernenti i mercati e ne stabilisce: l’ampiezza complessiva; la periodicità, con giorni e orario di svolgimento; la localizzazione e l’articolazione del mercato; le tipologie merceologiche dei posteggi; il numero complessivo dei posteggi con la relativa identificazione e superficie; i posteggi riservati ai produttori agricoli. Ciò  che mi lascia, inoltre, perplesso è  che il mercato a Chieti si sia in precedenza sempre svolto al centro della Città, e l’idea di spostarlo in altra zona e/o in zone diverse arrecherebbe problemi di viabilità, che andrebbero quindi a discapito degli ambulanti stessi. Difatti il consumatore è sempre restio al cambiamento, come l’economia d’esperienza ci insegna, poiché è legato alle proprie abitudini ed una modifica di questa portata potrebbe causare una perdita di affluenza con ricadute anche sull’economia della città. Per cui mi chiedo se per questi obbiettori siano più importanti aiuole e pavimentazioni, che con appositi accorgimenti verranno salvaguardate, o il riscontro socio-economico della città di Chieti?”.

Il commento consigliere comunale Giuseppe Gianni Di Labio. “Sono meravigliato dall’atteggiamento di taluni soggetti politici e non, i quali facendo del facile qualunquismo con l’unico intento di acciuffare scampoli di visibilità, arrivano persino ad inventarsi sondaggi farlocchi per sostenere che il mercato non deve essere spostato alla Villa Comunale. Sarebbe bello se la Villa rimanesse immacolata e sono certo che molti cittadini di Chieti alla domanda che domani faranno questi sondaggisti “de no altri” risponderanno dicendosi contrari in quanto la stessa Villa Comunale non è il posto ideale per un mercato. Ma voglio ricordare a codesti signori, che già in passato hanno amministrato la Città con i risultati che tutti conosciamo, che la Città di Chieti non dispone di spazi idonei allo svolgimento dell’attività mercatale, problematica già in passato valutata. Questi taluni soggetti politici e non, invece di pensare solo ai propri obiettivi politico elettorale, dovrebbe ricordarsi che un mercato è da intendersi come vera e propria attività aziendale che dà lavoro a circa 500 addetti. Ne consegue che si tratta di un tema da prendere nella giusta considerazione. L’Amministrazione Di Primio è consapevole che gli unici luoghi idonei allo svolgimento del mercato sono la Villa Comunale e il Corso Marrucino con Piazza S. Giustino. E’ di tutta evidenza che lo svolgimento del mercato in questi spazi và attentamente regolamentato al fine di preservare pavimentazioni, aiuole e quant’altro. Qualche collega Consigliere della minoranza propone un mercato diffuso facendo riferimento a Piazza Malta, Piazza Umberto I, Piazza S. Giustino. Voglio ricordare loro che a Piazza Malta ogni giorno si svolge il mercato della verdura, su piazza Umberto I si affacciano Questura e Prefettura mentre Piazza S. Giustino non può soddisfare il fabbisogno dell’intero mercato che necessita di almeno 14.000 metri quadrati. Nell’odierna Commissione Consiliare, abbiamo condiviso questo atteggiamento unitamente a diversi colleghi della minoranza i quali hanno compreso l’impossibilita di svolgere tale attività in altri luoghi se non alla Villa Comunale. Ricordo, infine, che già in passato si sperimentò lo sdoppiamento del mercato (tra Piazza S. Giustino e piazza Garibaldi) che però determinò una forte contrazione economica degli affari degli ambulanti. In quel periodo furono numerosi i commercianti costreti a restituire le proprie licenze in quanto economicamente non più redditizi”.

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