Sotto accusa il piano neve della Provincia di Chieti. Disagi nel guardiese e nel medio e alto sangro

canosa_sannita_22_gennMontenerodomo. “Una Provincia assente, i finti assessori della montagna, si gode il week end di immeritato riposo e lascia la Provincia di Chieti nel caos, addirittura isolata”. Esordisce cosi Antonio Tamburrino assessore alla viabilità nella precedente amministrazione e ora consigliere provinciale di opposizione e sindaco di Montenerodomo. L’ex assessore parla di “situazione incredibile” nel guardiese, nei comuni della fascia pedemontana, nel medio e alto sangro.

“Comuni e cittadini abbandonati a loro stessi – ha aggiunto Tamburrino – Siamo tornati indietro di più di quindici anni. Non parlo infatti della gestione della passata amministrazione di cui facevo parte, ma parlo della gestione Febbo e prima ancora di quella Pulsinelli: ebbene mai la Provincia aveva patito tali disagi. Un disastro nonostante l’allerta meteo! Hanno dimostrato di essere incapaci sia nella gestione ordinaria che nelle emergenze. Una Provincia come le nostra ha bisogno di un piano neve studiato per tempo e curato nei minimi particolari che tenga conto, ora ancora di più, del territorio, del pendolarismo e delle grandi aziende site in Val Di Sangro e nel Vastese. Durante il periodo in cui feci l’assessore ricordo un episodio che è assolutamente indicativo per spiegare meglio di cosa parlo. Gli allora dirigenti dello stabilimento Sevel e di altre aziende, dopo una nevicata simile a quella avvenuta nell’ultimo fine settimana, chiesero a Regione e Provincia di ripristinare la viabilità poiché avevano  consegne urgenti. Passammo il giorno e la notte a pulire le strade, dopo aver provveduto a ripristinare la viabilità nell’intera provincia, nonostante la zona industriale non fosse di nostra competenza. Questo è uno dei compiti di un’amministrazione provinciale ed in particolari di assessori che , per territorio di provenienza, rappresentano le zone interne”. L’ex assessore tira le orecchie al vicepresidente Tavani e all’assessore Monaco “che ben conoscono questi problemi e che fino a poco tempo fa erano alla testa di tutti i cortei di protesta, sono occupati in grandi strategie politiche che fin’ora hanno procurato, con il loro complice silenzio, la chiusura degli ospedali, delle comunità montane, di più classi nelle scuole e, se tutto questo non bastasse, il regalo di posti di lavoro alle città. Meglio di cosi…”.

 

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