Chieti, Di Stefano: ‘Brignano è stato male informato sui restauri del Marrucino’

“Non so chi abbia informato Brignano sul restauro del Teatro Marrucino. Ci tengo comunque a rettificare che il restauro strutturale del Teatro teatino è stato concluso nel 1972, quando lui aveva solo 7 anni. Evidentemente il comico dalle origini abruzzesi, molto bravo nella sua professione, si è fatto mal consigliare da qualcuno, facendo suo malgrado una pessima figura”.

E’ il commento dell’On.le Fabrizio Di Stefano (Forza Italia), che aggiunge: “Posso anche immaginare chi lo abbia disinformato, probabilmente qualcuno di quelle troppe persone che a L’Aquila hanno fatto della cultura non un’arte, ma uno strumento per vivere e, che in virtù di questo, hanno lavorato per isolare dal resto della Regione il nostro Capoluogo, pur di non perdere la centralità che, per questo qualcuno, è pane quotidiano.  Chi fa veramente cultura dovrebbe imparare che non è screditando gli altri che si vince o si appare più belli, tanto più se per farlo bisogna anche mentire. La sinergia di un intero territorio è l’unica arma vincente per tutte le piccole realtà locali. Per fortuna la maggioranza degli aquilani è di tutt’altra pasta, ma se questi soggetti non vengono isolati, il danno non l’avrà chi riceve l’offesa, ma il Capoluogo di Regione stesso. E’ ovvio che su questa polemica il noto uomo di cultura Bruno Di Paolo abbia pensato bene di intervenire ed è perdonato se non sapeva quando il Teatro è stato ristrutturato, visto che non ci è mai entrato. A proposito, i suoi corsi linguistici gratuiti, si tengono solamente in prossimità delle campagne elettorali?”.

“Infine all’artista Brignano, che io ammiro molto – conclude Di Stefano -, mi permetto di consigliare, per la prossima volta, di limitarsi alle scienze che conosce, come la veterinaria, vista la profonda conoscenza del culo di gatto o il caffè che quotidianamente ci consiglia sul piccolo schermo. La storia dell’arte la lasci a chi, di questa nobile materia, ha fatto davvero un arte”.

Impostazioni privacy