Trattativa Stato-Mafia, condannati Dell’Utri, Mori e De Donno

Condanne anche per il figlio dell’ex sindaco di Palermo, Massimo Ciancimino e per i boss Bagarella e Cinà. Il Pm: “sentenza dedicata a Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e a tutte le vittime della mafia”.

Accogliendo la tesi dell’accusa, il tribunale di Palermo ha condannato a pene comprese tra 8 e 28 anni i soggetti ritenuti autori della trattativa Stato-Mafia, che nei primi anni ’90 vide protagonisti esponenti della politica, delle forze dell’ordine e boss mafiosi.

Gli ex vertici del Ros dei Carabinieri, Mario Mori e Antonio Subranni sono stati condannati a 12 anni di carcere per minaccia a corpo politico dello Stato. Medesima accusa e stessa pena anche per l’ex braccio destro di Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, che sta già scontando una pena a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Condannati anche i boss mafiosi Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, che dovranno scontare rispettivamente 28 e 12 anni di carcere, mentre l’ex ufficiale dei Carabinieri, Giuseppe De Donno è stato condannato a 8 anni di detenzione.

Condannato a 8 anni di carcere anche Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, è stato ritenuto colpevole di concorso in associazione mafiosa e calunnia nei confronti dell’ex capo della polizia De Gennaro.

Assolto dall’accusa di falsa testimonianza l’ex ministro Nicola Mancino. Prescritte invece le accuse nei confronti del pentito Giovanni Brusca. Condannati tutti gli altri imputati.

Annunciando che farà ricorso contro la sentenza, l’avvocato Basilio Milio, legale degli ufficiali dell’Arma coinvolti, ha dichiarato: “Possiamo sperare che in appello ci sarà un giudizio, perché questo è stato un pregiudizio”.

“Questo processo e questa sentenza sono dedicati a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia“, ha detto il Pm Vittorio Teresi, dopo la lettura del dispositivo, mentre il magistrato Nino Di Matteo, storico componente del pool che ha istruito il processo , ha commentato: “Non contano gli attacchi che abbiamo subito negli anni, non tutti si sono dimostrati rispettosi di un lavoro che c’é costato lacrime e sangue”.

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