Chi è stato il “papà” della bicicletta? Scopriamo la storia di questo affascinante mezzo e il segreto del suo successo.
Nel suo interessantissimo Elogio della bicicletta lo scrittore Ivan Illich esalta questo mezzo, superba fusione tra l’innovazione tecnologica e le risorse naturali dell’uomo. Tutti la usiamo o comunque abbiamo imparato ad andarci fin dalla nostra infanzia. Ma come spesso capita, sono pochi quelli che conoscono come è nata la bicicletta.
Chi ha inventato la bicicletta? Questo mezzo ha alle spalle una storia affascinante. La bici ha rivoluzionato il concetto di spostamento su strada. Dal giorno della sua invenzione, la bicicletta si è gradualmente introdotta nella nostra vita quotidiana fino a diventare un oggetto di uso comune in tutto il mondo.
Ma come ha avuto inizio la storia della bicicletta? È quello che andremo a scoprire. Farà piacere sapere che la bici deve molto al genio italiano e all’intuizione di una delle più grandi menti della storia del nostro Paese (e non solo). Ecco come è nata la bici.
Bicicletta, quando è stata inventata e da chi
L’apripista della bicicletta può essere considerato il grande Leonardo Da Vinci, il primo a raffigurare, in un disegno del 1490 contenuto nel Codice Atlantico, una “macchina” a due ruote, con un’asse di legno a collegarle, un manubrio e qualcosa che assomigliava una catena per tenere uniti i pedali alla ruota posteriore.
L’intuizione di Leonardo troverà però una concreta realizzazione solo molti secoli dopo: nel giugno 1817, grazie al barone tedesco Karl von Drais, reputato il vero padre della bicicletta moderna. Fu lui a inventare quella che battezzò come Laufmaschine (ovvero “macchina da corsa”). In onore del suo inventore questa bici primitiva in Francia venne chiamata “draisienne”.
In Italia invece la bici approdò per la prima volta a Milano, nel 1819, col nome di draisina, l’antenata delle moderne biciclette. Dotata di due ruote e di uno sterzo rudimentale con una leva al posto del manubrio odierno, la draisina si presentava con un bizzarro poggia-pancia pensato per aumentare la spinta del conducente. La prima bici della storia infatti non aveva pedali: per muoversi ci si doveva spingere, praticamente camminando da seduti.
Ben presto questa bici degli esordi si guadagnò il poco lusinghiero soprannome di “scuotiossa” (boneshaker) a causa delle fastidiose vibrazioni causate dall’impatto delle ruote (di legno) sul fondo delle strade. All’incirca nel 1870 la draisina lasciò spazio al velocipede, dall’altissima ruota anteriore e col sellino posizionato proprio sopra questa ruota, Finalmente fecero la loro comparsa i pedali. Una quindicina di anni dopo, verso il 1885, apparve quella che può essere considerata la prima bici moderna. Il resto, possiamo dirlo, è storia.