Questa problematica di salute è sempre più comune in tutto il mondo. Scopriamo quali problemi può dare e come curarla.
Le condizioni del fegato sono una spia molto importante per valutare lo stato di salute generale del proprio corpo. È noto che il consumo eccessivo e prolungato di alcol nel tempo possa nuocere non poco all’organo, ma anche in soggetti che non bevono, o che lo fanno solo occasionalmente, può insorgere la steatosi epatica, una patologia che evidenzia l’accumulo di grasso nel fegato.
La Nafld – steatosi epatica non alcolica, appunto – è sempre più comune in tutto il mondo ed è strettamente correlata ai tassi in crescita di soggetti in sovrappeso e obesi nel pianeta. Le terapie tradizionali non possono essere sostituite o trascurate, ma è bene mantenere uno stile di vita sano e attento.
Bisogna per prima cosa evitare di sovraccaricare il fegato con cibi dall’alto contenuto di grassi saturi (fritti, junk food, alimenti processati) ed è molto utile seguire il piano di un nutrizionista clinico, che possa permettere al paziente di rientrare in forma nei tempi e nei modi giusti. L’attività fisica non deve essere per nulla trascurata, anzi è un fattore sempre più importante per la gestione e la cura dei pazienti che soffrono di steatosi epatica. Ora c’è anche un nuovo studio clinico a dimostrarlo, pubblicato sulla rivista Metabolism.
Steatosi epatica, i benefici dell’allenamento aerobico
La ricerca mirava a capire i benefici concreti dell’allenamento sull’organismo ed è riuscita a provare in maniera quantitativa e qualitativa quanto sia importante nei pazienti epatici.
Gli autori dello studio hanno potuto affermare con certezza che sedute di aerobica moderata, ripetuta nel tempo, aiuta a metabolizzare i grassi e riduce le dimensioni delle gocce lipidiche nelle cellule.
Questo fattore, unito al dimagrimento, può essere molto utile ai pazienti per sentirsi meglio e cercare di combattere la patologia. In particolare, è importante il rapporto che si crea tra il grasso accumulato e i mitocondri, per cui le richieste che seguono l’attività fisica inducono l’ossidazione degli acidi grassi e ciò consente di prevenire e curare in parte la steatosi.
Durante i test, i topi che svolgevano il lavoro aerobico avevano meno acidi grassi saturi nelle membrane mitocondriali. I risultati hanno mostrato anche che la proteina Mfn-2 partecipa alla regolazione della composizione delle catene lipidiche in questione.
Insomma, che l’attività fisica facesse bene lo sapevamo già, ma questa è un’ulteriore prova di quanto può essere importante per la salute del fegato.