Tema scuola, la scelta per le famiglie non è mai semplice come potrebbe sembrare. Una recente analisi però potrebbe aiutare.
Scegliere la scuola per i propri figli non è di certo la più semplice delle operazioni. Di questi tempi, ma tutto sommato come sempre, sono molteplici gli aspetti da considerare nella scelta dell’istituto che andrà di fatto a formare, nell’età forse più complessa, i propri figli.
Ogni sorta di consiglio, con tanto di classifica aggiornata dei migliori istituti città per città è contenuta nella guida per la scelta della scuola superiore curata, nello specifico dalla Fondazione Agnelli. In cima alla classifica citata, una conferma che arriva dalla provincia di Sondrio.
Quali sono le migliori scuole d’Italia e perché: la speciale classifica
Al primo posto, cosi come anticipato, si conferma il Liceo scientifico delle scienze applicate Nervi Ferrari di Morbegno, in provincia di Sondrio. La classifica in questione nasce dal lavoro della fondazione che per l’edizione del decennale di Eduscopio, con un lavoro coordinato da Martino Bernardi, ha analizzato i dettagli in merito a informazioni e quant’altro relativi a ben 1.326.000 diplomati in tutta Italia nel corso del triennio 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020.
Per quel che riguarda, per esempio la città di Milano, in cima alla classifica locale troviamo il liceo classico statale Giulio Casiraghi di Cinisello Balsamo, quasi inaspettatamente avanti ai forse più rinomati licei del centro. Un confronto, per cosi dire, più che mai sentito in città.
Un dato molto particolare, al di la della qualità degli istituti scolastici, emerge da ciò che è di fatto accaduto nel 2020, anno segnato dall’epidemia di covid che ha visto le scuole chiuse per mesi a vantaggio dell’esperimento delle lezioni e interrogazioni online. Chiaramente lo stesso esame di Stato in quell’anno è stato stravolto, con la sola prova orale.
I diplomati del 2020 si caratterizzano per una percentuale elevata di studenti che iscrittisi all’università non hanno dato alcun esame nel corso del primo anno accademico. Parliamo, nello specifico del 18,8%. Un dato enorme se si pensa a quello relativo agli anni precedenti.
“Una possibile spiegazione – ha commentato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli – è che l’emergenza sanitaria, insieme alle drammatiche prospettive del mercato del lavoro nel 2020, abbiano indotto a iscriversi all’università studenti che in altre situazioni non lo avrebbero fatto: una volta superata la fase più critica, molti di questi hanno rinunciato”.
Oltre al lavoro svolto, di indagine, la Fondazione Agnelli, da quest’anno mette a disposizione per quanti hanno necessità di orientarsi al meglio la piattaforma online, completamente gratuita futuri.org, realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione De Agostini. Un aiuto, insomma, non indifferente.