In base a quanto riferito da uno sviluppatore, Apple avrebbe riscontrato problemi talmente gravi da temere conseguenze enormi dopo il lancio, il che avrebbe portato all’inevitabile decisione di rinviarlo.
Il presente di Apple è roseo, nonostante non tutti i progetti partoriti dalle parti di Cupertino siano andati come sperato o come pianificato. Un esempio abbastanza evidente che anche l’azienda della mela ha qualche limite nel proporre i propri prodotti è dato da Vision Pro, visore di realtà virtuale dalla fattura ottima, ma il cui costo elevatissimo (specialmente in relazione alle caratteristiche tecniche e al servizio a sostegno) ha rappresentato una barriera d’ingresso insormontabile per quasi tutti.

Bene, anzi benissimo il comparto Mac, dispositivi che continuano a vendere ad un’utenza molto vasta e che rappresentano di fatto l’unica alternativa allo strapotere di Microsoft in ambito PC. Ancora meglio fanno iPad e iPhone, che continuano ad essere il punto di riferimento dell’industria per quanto riguarda i dispositivi mobile, nonostante l’erosione di utenti è costante da parte dei competitors.
Gli smartphone sono il fiore all’occhiello dell’azienda americana ed è per questo che dalle parti di Cupertino sono sempre attivamente alla ricerca di novità che possano mantenere in auge questo modello di telefono non solo come status symbol ma anche come avanguardia tecnologica a cui fare riferimento e da preferire rispetto all’offerta della concorrenza.
Le strategia di Apple per la prossima linea di iPhone
Al fine di garantirsi il primato delle idee e delle novità, Apple mantiene riservatissima la propria comunicazione. Di fatto l’azienda non comunica né specifiche né design e numero di prodotti prima dell’evento ormai tradizionale di settembre in cui si anticipa l’imminente rilascio sul mercato dei nuovi modelli di iPhone.
Prima di quella data è impossibile sapere con certezza cosa si potrà acquistare e quali caratteristiche avranno i prodotti. Ciò nonostante, complice la tendenza di condividere informazioni riservate e secretate che si sta diffondendo come un virus in questi anni, le fughe di notizie sono all’ordine del giorno e l’utenza si trova a doversi districare tra verità supposte e probabili dati di fatto.

Un esempio di questo meccanismo ve lo dà quanto successo poche settimane con il design di iPhone 17 Air, da tutti condiviso anche se si trattava di un concept art fatta da un sito specializzato in tecnologia sulla base dei rumor usciti nei giorni precedenti. Insomma di quanto condiviso nelle scorse settimane plausibilmente non c’è nulla di attinente con la realtà, o magari qualcosa sì, ma non vi è alcuna certezza.
Oltre al design sono emersi ulteriori dettagli riguardanti le caratteristiche tecniche, i modelli che ci saranno al lancio e anche la possibilità che il 2026 sia l’anno in cui finalmente arriverà la prima versione pieghevole di iPhone, del quale ovviamente sono stati condivisi presunti dettagli sul design e sulle caratteristiche tecniche.
Con le informazioni in possesso adesso – dunque rumor esclusi – è plausibile che Apple decida di lanciare il modello “budget” insieme alla versione base e Pro e Max Pro, mentre è ancora troppo presto per sbilanciarsi sulla data d’uscita del modello “foldable”, anche se il 2026, magari in concomitanza o in prossimità di tutta la linea iPhone 18, non è da escludere a priori.
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Il problema grave che avrebbe spinto Apple a non rilasciare la nuova Siri AI
Al di là dei vari modelli e delle fasce di utenza da attirare, l’evoluzione tecnologica al giorno d’oggi impone a tutti gli attori di mercato a sviluppare dei sistemi che presentano delle intelligenze artificiali proprietarie. Chiaramente anche Apple sta lavorando per avere un assistente digitale che possa offrire maggiori servigi all’utenza e che possa garantire migliorie a quelli già esistenti.

Da tempo si parla infatti del nuovo Siri (storico assistente di iPhone) con AI, il suo lancio era atteso tra l’anno scorso e questo ma della funzione si sono perse le tracce. Il motivo di questo ritardo nel lancio della nuova funzionalità lo ha suggerito Simon Willison (creatore del sistema di analisi Open Source Datasette): secondo lui è infatti probabile che in fase di sviluppo si siano manifestati problemi di jailbreak e prompt injecton.
Willison ha spiegato che si tratta di problemi tipici delle AI generative e aggiunto: “Queste nuove funzionalità di Apple Intelligence prevedono che Siri risponda alle richieste di accesso alle informazioni nelle applicazioni e poi esegua azioni. Si tratta della peggiore combinazione possibile per attacchi di prompt injecton! Ogni volta che un sistema basato su LLM ha accesso a dati privati, e strumenti che può chiamare, c’è un rischio significativo che un aggressore possa sovvertire quegli strumenti e usarli per danneggiare o esfiltrare i dati di un utente“.
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Pur trattandosi di una semplice teoria, quella di Willison potrebbe avvicinarsi molto a ciò che è successo. Altri esperti di settore, compreso uno molto informato sul mondo Apple come John Gruber, ritengono il rischio di compromettere la sicurezza degli utenti possa aver spinto l’azienda a rimandare il rilascio della nuova Siri.





