Cosa si nasconde dietro la curiosa abitudine di mettere una castagna in tasca prima di uscire di casa?
L’autunno e l’inverno sono le stagioni fredde dell’anno, quelle in cui ci si veste più pesanti o a strati e non ci si dimentica mai di indossare cappotti o giacconi che riparino dalle basse temperature.
Prima di uscire di casa si è soliti prendere le chiavi, il portafogli e il cellulare. Tante persone, però, in inverno usano mettere in tasca anche un’altra cosa, davvero inusuale e insolita: una castagna. Ma cosa si nasconde dietro questa curiosa abitudine?
La curiosa abitudine di mettere una castagna in tasca prima di uscire di casa
La curiosa abitudine di mettere una castagna in tasca prima di uscire di casa, trae origine da una credenza popolare che è arrivata fino ai giorni nostri. Infatti, dato che in autunno è più probabile beccarsi un malanno di stagione come il raffreddore, molte persone cercano di ovviare questo problema proprio usando la castagna come “talismano”.
Le castagne, oltre ad essere buonissime da mangiare, infatti, secondo un’antica leggenda contadina hanno un ruolo simbolico e protettivo contro i malanni stagionali. Quindi, portare una castagna in tasca durante i mesi freddi aiuterebbe a prevenire il raffreddore.
La credenza però è chiara: non si tratta delle castagne commestibili (quelle del castagno) ma quelle dell’ippocastano (che non sono commestibili ma addirittura tossiche per l’essere umano). Questa castagna è nota in India per le sue proprietà medicinali.
Nell’antichità, ad esempio, si riteneva che i cavalli potessero trarre beneficio dalle proprietà lenitive di questo frutto per problemi respiratori e asma. In effetti nelle castagne dell’ippocastano c’è un principio attivo, l’escina, che ha proprietà antinfiammatorie e vasoprotettive, utili per migliorare la circolazione sanguigna e ridurre gonfiori e infiammazioni.
In genere, comunque, la castagna dell’ippocastano (chiamata anche “castagna matta”) è un amuleto che conferisce protezione e forza a chi la porta in tasca, almeno stando a quanto professa la credenza popolare. Dal punto di vista scientifico, però, non c’è nessun riscontro.
Ciò che invece è indiscutibile è il potere antiossidante delle castagne dell’ippocastano: queste infatti contengono flavonoidi che proteggono le cellule dai danni causati dai radicali liberi e contribuiscono anche a rafforzare i capillari e a migliorare la circolazione sanguigna, riducendo la fragilità dei vasi e prevenendo disturbi legati alla microcircolazione.
Inoltre contengono saponine, sostanze che conferiscono al frutto il suo sapore amaro, sono responsabili di molte delle sue proprietà terapeutiche. In queste castagne ci sono anche i tannini, ovvero polifenoli noti per le loro proprietà astringenti.
Grazie a queste caratteristiche, l’ippocastano è spesso utilizzato in prodotti topici per il trattamento di irritazioni cutanee e ustioni superficiali, contribuendo così alla rigenerazione della pelle e a dare sollievo, riducendo i sintomi associati.