L’Università degli Studi dell’Aquila ha condotto una ricerca che ci permette di conoscere molto di più sull’ictus. Grazie alle scoperte effettuate dai ricercatori, abbiamo un’arma in più per prevenire l’ictus.
I dati che riguardano l’ictus sono particolarmente significativi: a livello globale, infatti, solo nel 2019 l’ictus ha causato più di sei milioni e mezzo di morti. In Italia, ogni anno ci sono circa 200.000 casi di ictus, tra nuovi e recidive, numeri che rendono questo danno cerebrale la terza causa di decesso nel nostro paese, dopo l’ischemia e le neoplasie.
Le percentuali dei casi di ictus cambiano in base al sesso e all’età, con le persone al di sopra dei 65 anni ad essere maggiormente colpite. L’Università degli Studi dell’Aquila ha scoperto, tuttavia, l’esistenza di un modo per prevenirlo che sarebbe indipendente da sesso ed età.
L’arma per prevenire l’ictus: l’attività fisica
La ricerca portata avanti dai neurologi del Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’Università degli Studi dell’Aquila e pubblicata online sul Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry, rappresenta un bel passo in avanti nella comprensione di una condizione medica che preoccupa soprattutto le persone più in là con gli anni.
L’attività fisica da tempo è considerata una vera e propria medicina utile a prevenire varie patologie, tra cui quelle cardiovascolari e cerebrovascolari, ma fino a oggi le linee guida avevano stabilito dei “tempi perfetti” a cui attenersi. Le linee guida internazionali infatti, raccomandano un’ora e mezzo o più a settimana di attività fisica a intensità moderata o 75 minuti di attività a intensità vigorosa.
Al di sotto di queste soglie minime, l’efficacia dell’attività fisica non è mai stata presa in considerazione, ma non tutti hanno la possibilità di fare attività fisica raggiungendo o superando i tempi raccomandati dalle linee guida. Pertanto, i ricercatori dell’Università degli Studi dell’Aquila si sono chiesti se l’ictus potesse essere prevenuto anche con sessioni più brevi di attività fisica.
E la risposta sembra essere affermativa. Sono stati raccolti i risultati di 15 grandi studi osservazionali effettuati su un totale di 752.052 adulti, la cui salute è stata monitorata per una media di 10,5 anni. La conclusione che i ricercatori ne hanno tratto è che, rispetto a un’attività fisica inesistente, anche fare esercizio per periodi di tempo al di sotto di quelli raccomandati dalle linee guida internazionali preverrebbe del 18% il rischio di avere un ictus.
Dunque, anche se si fa poca attività fisica, questa può aiutare nella prevenzione dell’ictus.