Eremo Celestiano di San Bartolomeo in Legio: una meraviglia scavata nella roccia in Abruzzo. Come arrivare e raggiungere il posto.
L’Abruzzo è una regione affascinante e misteriosa, nota per essere stata terra di briganti, pastori e, soprattutto, eremiti. Qui, sulle ripide pendici della Majella, i monaci trovarono il luogo ideale per ritirarsi dal mondo e dedicarsi a una vita di preghiera e silenzio. L’Eremo di San Bartolomeo in Legio è uno dei più spettacolari, letteralmente incastonato in un picco roccioso che si affaccia su una valle naturale di grande suggestione.
Quest’oasi spirituale fa parte di una rete di percorsi tracciati chiamati il Sentiero dello Spirito, che comprende gli eremi celestiniani dell’Abruzzo. Fu fondato da Pietro da Morrone, noto anche come Papa Celestino V, che visse in questa grotta tra il 1274 e il 1276. Pietro Angelerio salì al soglio pontificio nel 1294 con il nome di Celestino V, ma dopo soli sei mesi decise di abdicare e ritornare nella sua amata grotta per condurre una vita di preghiera e povertà.
Eremo celestiniano scavato nella roccia: come arrivare
Per raggiungere l’Eremo di San Bartolomeo, è possibile partire sia da Roccamorice che da Decontra. Nel primo caso, è necessario lasciare l’auto in un parcheggio apposito e poi seguire un sentiero che conduce nella Valle Giumentina. Nel secondo caso, si può partire dal borgo di Decontra, situato nel Comune di Caramanico, e seguire il sentiero CP e le indicazioni per l’Anello della Valle Giumentina.
L’escursione è considerata di livello facile, anche se ci sono alcune sfide da tenere in considerazione, come la pendenza e la natura scivolosa del sentiero, soprattutto in caso di pioggia. È consigliabile indossare scarpe da trekking con una buona presa e evitare di utilizzare infradito o scarpe lisce.
Inoltre, si consiglia di visitare l’eremo durante i giorni feriali o in periodi meno affollati, poiché può diventare molto frequentato durante l’estate e i weekend. Una volta arrivati all’eremo, si rimarrà affascinati dalla sua bellezza e dalla sua atmosfera mistica. L’eremo, ben conservato, presenta un affresco del Cristo e della Vergine Maria sulla porta, mentre all’interno della chiesetta si trova una nicchia contenente una statua lignea di San Bartolomeo, conosciuta come “Lu Sandarell”, ovvero “Il piccolo santo”, a causa delle sue ridotte dimensioni.
A sinistra dell’altare si nota una piccola porta che conduce alla cella, il luogo in cui Pietro Angelerio si ritirava per pregare. Dopo aver visitato l’eremo, si può proseguire lungo il fiume fino a raggiungere la sorgente di San Bartolomeo, conosciuta come fonte “catenaccio” dagli abitanti del luogo, i quali attribuiscono a questa fonte poteri miracolosi.