Dazn va fino in fondo e dichiara guerra alla pirateria, sanzioni pesanti anche per gli utenti del “pezzotto”
Dazn non fa sconti: i suoi legali, come riportato da La Repubblica, sono già al lavoro per ottenere un risarcimento non solo dagli organizzatori della rete clandestina scoperta dalla procura di Catania, ma anche dagli utenti che hanno visto illegalmente le partite. L’obiettivo è colpire i pirati e il cosiddetto “signor Rossi” del calcio in streaming senza abbonamento.
La pay-tv intende costituirsi parte civile nel processo penale che deriverà dall’inchiesta, rivendicando il suo ruolo di parte lesa. Ma la vera svolta potrebbe arrivare con l’azione diretta contro chi ha fruito del servizio illegalmente, utilizzando il “pezzotto”, app non autorizzate o piattaforme web pirata.
Per procedere, Dazn chiederà ai magistrati catanesi l’elenco completo degli utenti che hanno aggirato il suo abbonamento, mirando a ottenere un campione rappresentativo per le prime azioni legali. In parallelo, potrebbe sollecitare la Guardia di Finanza affinché applichi le sanzioni amministrative già previste dalla legge ma mai realmente utilizzate su larga scala.
L’idea di colpire l’utente finale ha un obiettivo chiaro: rompere la convinzione di impunità che ancora circonda il fenomeno. “Rubare una partita è grave quanto qualsiasi altro furto“, ha dichiarato Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, sostenendo la necessità di interventi decisi contro il “pezzotto”.
Dazn, guerra a chi ha usato il pezzotto
Secondo le stime di Massimiliano Capitanio, commissario dell’AgCom e promotore dello “scudo anti-pirati”, in Italia sarebbero circa 2,2 milioni gli utenti coinvolti, su un totale europeo di 22 milioni individuato dalla procura di Catania. Se ognuno di loro ricevesse l’ammenda minima di 150 euro, il totale ammonterebbe a 330 milioni di euro; con la sanzione massima di 5.000 euro, la cifra salirebbe a 11 miliardi.
Le multe, anche se inizialmente applicate su un campione ristretto, avrebbero un impatto fragoroso. Per la prima volta, gli utenti comuni del “pezzotto” si troverebbero a pagare in prima persona per un comportamento ritenuto spesso privo di conseguenze.
Oltre a Dazn, anche Sky e la Lega Serie A plaudono all’inchiesta della procura catanese e chiedono misure concrete per arginare il fenomeno. Sostegno arriva anche dal ministro dello Sport Andrea Abodi, che sottolinea come i 10 euro spesi per il “pezzotto” siano un atto di “complicità con l’economia criminale“.
Intanto, il commissario Capitanio garantisce che il sistema di blocco delle trasmissioni illegali, attivo ogni settimana, continuerà a rafforzarsi, colpendo sempre più rapidamente i flussi illeciti. “La pirateria danneggia tutti — conclude Capitanio — dallo sport alle casse dello Stato“. Questa volta, la caccia ai pirati sembra destinata a lasciare il segno.