I coniugi separati conservano alcuni diritti sui beni dell’ex coniuge: ad esempio cosa succede al fondo pensione? Scopriamolo.
In un clima di crisi economica ormai dilagante, in molti stanno vagliando varie alternative per assicurarsi una certa tranquillità economica. In questo senso molti contribuenti, spaventati dalla prospettiva di una pensione molto bassa, se non addirittura nulla, fanno ricorso alla cosiddetta previdenza integrativa.
Uno dei metodi più conosciuti è quello dei fondi pensione, nei quali il contribuente versa una parte del proprio stipendio nel corso degli anni lavorativi al fine di riscuotere questo fondo dopo la pensione.
Questo tipo di fondo, stando a quanto stabilito dalla giurisprudenza, non costituisce un bene immediatamente disponibile. Inoltre è soggetto a una disciplina speciale, con regole specifiche che escludono l’applicazione delle norme generali sulla comunione dei beni legale.
Partendo da questi due presupposti fondamentali, dunque, cerchiamo di rispondere a un quesito che attanaglia molti coniugi, soprattutto separati, proprio in materia di fondo pensione. È possibile per uno dei due coniugi accedere al 50% di questo fondo pensionistico?
Poniamo ad esempio il caso che moglie e marito decidano di aprire un fondo pensione a nome di uno dei due e che vi versino dei soldi per alcuni anni. In caso di separazione è lecito chiedersi se e come è possibile mettere le mani su questo fondo. La risposta più immediata, però, è: no. E le ragioni sono molteplici.
Innanzitutto, come già accennato, il fondo pensione non è un bene immediatamente disponibile. Ciò vuol dire che se ne potrà beneficiare solo stanti determinate condizioni, ad esempio il raggiungimento dell’età pensionabile da parte dell’intestatario del fondo. E proprio in materia di intestazione del fondo, inoltre, bisogna porre l’attenzione.
A prescindere da chi decide di versare soldi nel fondo, infatti, quest’ultimo spetta soltanto al suo titolare. In questo senso la Corte di Cassazione ha precisato: “la contribuzione datoriale non entra direttamente nel patrimonio del lavoratore interessato, il quale può solo pretendere che tale contribuzione venga versata al soggetto indicato nello statuto“.
Ne consegue che per nessuno dei coniugi sarà possibile accedere al 50% del fondo pensione intestato all’altro. Insomma, in molti casi la comunione dei beni può facilitare la gestione economica e fiscale per i coniugi. In materia di successione, ad esempio, è uno dei metodi legali per ridurre l’imposta sull’eredità. Ma nel caso dei fondi pensione non si può dire la stessa cosa, proprio a causa della particolare natura di questi contributi previdenziali integrativi.