È lecito chiedersi se le normative stabiliscano limiti per quanto riguarda i prelievi o i versamenti sul conto corrente: cosa dice la legge.
Nonostante gli sforzi del Governo per incentivare l’utilizzo di metodi di pagamento tracciabili, come bonifici o transazioni con carte di credito, in Italia i contanti sembrano essere ancora lo strumento preferito dai consumatori per effettuare i vari pagamenti.
Bisogna, però, essere a conoscenza dei limiti imposti dalla legge per quanto riguarda l’utilizzo dei contanti per le transazioni che nel 2024 è stato fissato a 5mila euro. In molti si chiedono se questi limiti siano validi anche per i prelievi o i versamenti sul conto corrente. Vediamo cosa dice la legge in merito e se possono scattare dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Versamenti e prelievi sul conto corrente, quali sono i limiti previsti dalla legge?
Quando si effettuano pagamenti in contanti è necessario sapere che esiste un limite di 5mila euro, valido sia per ciascuna transazione sia per quelle dilazionate nell’arco di sette giorni. I pagamenti che superano tale soglia, dunque, devono essere effettuati attraverso strumenti tracciabili, come assegni, bonifici, transazioni con carte di credito.
Per quanto riguarda, invece, i versamenti o i prelievi sul conto corrente non vi è un vero e proprio limite imposto dalla legge, anche se potrebbe essere stabilito dal proprio istituto di credito. Generalmente, difatti, il limite di prelievo giornaliero, in base alle banche, può variare tra i 500 e i mille euro, mentre quello mensile può arrivare anche a 10mila euro. Tornando a quanto dispongono le normative vigenti, come già accennato, non vi sono limiti di prelievo o versamento sul proprio conto corrente in quanto non si tratta di un trasferimento di denaro tra soggetti diversi poiché la banca non acquisisce la titolarità delle somme.
Nel caso in cui, vengono prelevate o versate somme superiori a 10mila euro al mese, anche se suddivise in diverse transazioni, la banca è obbligata ad inviare una “comunicazione oggettiva” all’Uif (Unità di Informazione Finanziaria). L’Agenzia delle Entrate, a quel punto, potrebbe effettuare dei controlli per capire se le entrate del contribuente siano superiori a quelle dichiarate e verificare se la somma di denaro versata sia stata già tassata, come ad esempio una vincita o un risarcimento.
Nonostante non vi sia un limite, alcune banche suggeriscono di non effettuare versamenti ingenti così da evitare le “comunicazioni oggettive” all’Uif, ma soprattutto di tenere traccia delle operazioni effettuate così da dimostrarne la regolarità in caso di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.