Il Ministro dell’Interno si prepara a sostituire lo SPID. Ecco cosa prenderà il suo posto come identità digitale per gli italiani.
Addio SPID? Il conto alla rovescia per “spegnere” gradualmente l’identità digitale noto appunto come SPID (acronimo che sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale) è ormai partito. Sono oltre 33 milioni i cittadini italiani in possesso dello SPID, dunque in grado di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione per effettuare pagamenti, fare iscrizioni, ottenere bonus.
Del resto il Governo Meloni non ha mai nascosto le sue intenzioni al riguardo. Basti pensare che già a dicembre 2022 il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti aveva sottolineato la necessità di «spegnere gradualmente SPID».
Adesso sembra essere arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Ma cosa prenderà il posto dello SPID? Da diverso tempo il Ministero degli Interni ha attivato nuove funzionalità alternative allo SPID per accedere digitalmente al sito dell’INPS, su quello dell’Agenzia delle Entrate o per prenotare una prestazione sanitaria.
SPID, presto sarà “spento”: ecco quello che prenderà suo posto
Il sottosegretario Butti era stato chiaro a suo tempo. In una lettera indirizzata al direttore del Corriere della Sera non aveva fatto mistero dei progetti del governo a riguardo dell’identità digitale. La parola d’ordine dovrà essere «averne solamente una, nazionale e gestita dallo Stato (proprio come quella che gli italiani portano nel loro portafogli dal 1931)».
In sostanza la nostra unica identità digitale sarà la CIE, la carta di identità elettronica. A questo punto non si tratta di capire se questo passaggio avverrà, ma quando. La vera incognita rimane ancora la tempistica. Se per tutto il 2023 era previsto che si potesse continuare a usare lo SPID le cose dovrebbero presto cambiare. Poco alla volta le funzioni dello SPID finiranno per essere trasferite alla CIE.
Del resto l’esecutivo prende le mosse dalle chiare indicazioni dell’Unione Europea. Bruxelles infatti ha indicato chiaramente che l’identità digitale richiede un livello di sicurezza che soltanto la carta d’identità elettronica è in grado di garantire. Sulla scorta delle indicazioni europee il Governo appare dunque intenzionato a togliere ai provider – sostanzialmente privati – come Aruba, Tim e Intesa l’erogazione e la gestione dei servizi della PA e farli tornare sotto il controllo dello Stato.
CIE al posto dello SPID, come attivarla online
Per accedere ai servizi a lungo garantiti soltanto dallo SPID bisognerà attivare online la CIE con le proprie credenziali attraverso username e password o tramite un codice temporaneo da inserire all’interno dell’area riservata.
Il vero problema rischia, una volta ancora, di essere la burocrazia. Se lo SPID può essere creato sostanzialmente in maniera autonoma da ogni cittadino – o al limite con l’aiuto di un CAF – la carta d’identità elettronica può essere rilasciata solamente dai Comuni.
E se nei piccoli centri il tempo per avere la CIE può essere breve, tutt’altro discorso entra in gioco nelle grandi città dove possono passare anche diversi mesi tra l’appuntamento online per consegnare foto e moduli e la data fissata per il ritiro fisico della carta d’identità digitale.