Posto fisso, quando il sogno rischia di trasformarsi in incubo

Il posto fisso: mito intramontabile, ma l’intelligenza artificiale cambia le regole del gioco. Cosa bisogna aspettarci dal futuro

Il mito del posto fisso, quello con la P maiuscola, tanto caro al nostro immaginario collettivo e reso iconico da Checco Zalone in Quo Vado?, continua a resistere al passare del tempo. Non solo: sembra godere di ottima salute. Secondo un’indagine condotta da Fpa, società di Digital360, su un campione di 500 cittadini italiani, ben 7 italiani su 10 trovano “attrattiva” una carriera nella Pubblica Amministrazione, per sé o per un familiare. Insomma, un “ritorno al futuro” o forse, più semplicemente, un passato che non ci ha mai davvero abbandonato.

Checco Zalone e il mito del posto fisso
Posto fisso, quando il sogno rischia di trasformarsi in incubo (Ansa Foto) – Abruzzo.cityrumors.it

La ricerca, intitolata “Barometro Pa” (un nome che evoca un bollettino meteo per aspiranti statali), è stata presentata durante l’evento di lancio del decimo Annual Report di Fpa, che fotografa i fenomeni del 2024 e traccia le prospettive per il 2025. I numeri emersi raccontano di un’Italia che non ha perso il fascino per la stabilità lavorativa e che, di fronte a un mondo del lavoro sempre più incerto, sembra riscoprire il fascino rassicurante della Pubblica Amministrazione.

Ma cosa spinge così tanti italiani a sognare un impiego pubblico? La risposta è tanto semplice quanto significativa: la stabilità. Per il 44% degli intervistati, la garanzia di un contratto a tempo indeterminato è il principale motivo di attrazione. Una cifra che, in un’epoca di precariato diffuso, suona quasi come un grido di rivalsa.

Per altri, invece, il lavoro nella P.A. rappresenta un’esperienza professionale “importante” (28%), con un picco di preferenze nella fascia d’età 35-54 anni (32%). E poi c’è una fetta di intervistati, il 31%, che riconosce alla Pubblica Amministrazione un’evoluzione: un’istituzione percepita come “più digitale e innovativa” rispetto a un anno fa. Un dato che fa ben sperare, sebbene ancora da verificare nei fatti.

L’altra faccia della medaglia sul posto fisso

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Se da un lato il posto fisso continua a rappresentare un sogno per molti, dall’altro il progresso tecnologico, in particolare l’avvento dell’intelligenza artificiale, potrebbe rimettere in discussione questa sicurezza. L’IA si sta affacciando nel settore pubblico come una sorta di algoritmo-guastafeste, pronto a rivoluzionare i paradigmi consolidati.

Intelligenza artificiale
L’altra faccia della medaglia sul posto fisso – Abruzzo.cityrumors.it

Un’analisi condotta da Fpa, basata su uno studio statunitense, stima che il 56% dei 3,3 milioni di dipendenti pubblici italiani sia “altamente esposto” all’impatto dell’IA. Di questi, circa il 13% (pari a 230mila lavoratori) rischia di vedere le proprie mansioni sostituite dalle macchine. È un dato che certifica quanto anche il “fisso” non sia immune ai venti del cambiamento.

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Eppure, la tecnologia non è solo una minaccia. Sempre secondo Fpa, l’80% dei dipendenti pubblici potrebbe beneficiare dell’integrazione dell’intelligenza artificiale nel proprio lavoro. Un’opportunità che molti sembrano riconoscere. Ben il 34% degli intervistati ritiene infatti che l’IA potrebbe addirittura “rafforzare” la Pubblica Amministrazione, rendendola più efficiente e innovativa.

Il quadro che emerge è quindi complesso. Da un lato, gli italiani continuano a credere nel posto fisso, attratti dalla stabilità e dalla sicurezza che esso garantisce. Dall’altro, il settore pubblico si trova a un bivio: integrare l’IA come strumento di potenziamento o rischiare che diventi un fattore di disgregazione.

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