I dettagli che emergono delle modifiche apportate dal Governo Meloni alle pensioni non sono rassicuranti, i penalizzati.
Si stanno chiarendo i dettagli della riforma di alcuni trattamenti pensionistici con le anticipazioni fornite dal Presidente del Consiglio. Si conferma il rinvio della riforma complessiva del sistema pensionistico uscito dopo la legge Fornero, determinato dalle scarsità di risorse a disposizione che impedisce investimenti troppo consistenti.
Ad essere ritoccate alcune misure che avevano consentito l’ingresso anticipato alla pensione negli anni scorsi, ma che saranno abbandonate a partire dal 2024. I dettagli definitivi della mini riforma saranno resi noti solo con la Legge di Bilancio, ma il Governo ha già fornito indicazioni di massima. Ad essere coinvolte Opzione Donna, l’Ape Sociale e Quota 103 con dettagli che coinvolgono soprattutto l’aspetto anagrafico delle prestazioni.
Pensione modificata con la Legge di Bilancio, quali prestazioni
Con le modifiche introdotte non vengono toccate le norme della riforma Fornero, ad essere cancellate o comunque ridimensionate alcune prestazioni che consentivano la pensione prima dei 63 anni di età, nel dettaglio l’Ape sociale, Opzione Donna e Quota 104. Dalle novità introdotte risultano particolarmente penalizzati i nati nel 1962 che avranno poche opportunità andare in pensione nel corso del 2024.
Primo cambiamento per Quota 103, l’innalzamento del requisito anagrafico che da 62 passa a 63 anni, mantenendo i 41 anni di contributi. Di fatto si crea una Quota 104 che esclude dall’anticipo pensionistico tutti i nati dal 1962 in poi. Modifiche anche l’Ape sociale e Opzione donna che confluiranno in una nuova misura che prevedrà la pensione a 63 anni.
Gli anni di contributi necessari saranno 36 per disoccupati, caregivers, invalidi al 74 per cento e lavoratori impegnati in attività gravose; mentre saranno 35 gli anni di contributi per le donne. Per queste due prestazioni sono peggiorati i requisiti contributivi e anagrafici, di fatto si stringono le possibilità di accesso.
Comunque del corso del 2024 restano valide le possibilità di flessibilità pensionistica previste dalla riforma Fornero. Resta la pensione di vecchiaia con 67 anni di età e 20 di contributi, eliminato tuttavia il vincolo economico previsto per i contributivi puri (assegno pensionistico pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale).
Altra possibilità per i contributivi puri è la pensione di vecchiaia a 71 anni di età e 5 anni di contributi. Esiste poi la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi (per le donne) senza vincoli anagrafici. Infine si può andare in pensione a 64 anni di età e 20 anni di contributi, ma con una pensione pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale.
Questa opzione è riservata ai contributivi puri (contributi versati solo a partire al 1996). Quindi per i nati nel 1962 l’unica possibilità di pensione nel 2024 è nelle possibilità di pensione anticipata, ma con molti anni di contributi versati.