Assegno di assistenza, che cos’è la novità in arrivo. Le categorie che potranno che potranno fruire della prestazione.
Il sistema di welfare è in continua evoluzione e cerca di rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini a partire dalle categorie con maggiori fragilità. In particolare ci sono diversi motivi a spingere per una modifica del sistema attuale: dalla necessità di sfruttare al meglio le risorse esistenti, ai cambiamenti demografici e sociali che stanno avvenendo nel Paese.
Alcune delle novità in discussione o che saranno introdotte a breve sono realizzate partendo dalle richieste delle associazioni di tutela delle persone fragili, dai rappresentanti delle famiglie e dalle organizzazioni impegnate quotidianamente nel lavoro di cura e assistenza. Le risposte sono sia in termini di risistemazione degli interventi sul campo, sia di erogazioni di nuovi contributi come l’Assegno di assistenza.
Le recenti novità legislative in materia di tutela delle persone con maggiori difficoltà, in particolare degli anziani, hanno diversi obiettivi. Si parla di promuovere e sostenere la dignità, l’autonomia, l’inclusione sociale, l’invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità nella popolazione anziana.
Gli strumenti sono la sanità preventiva e la telemedicina con accesso a domicilio; il contrasto all’isolamento e alla deprivazione relazionale e affettiva; la coabitazione solidale tra persone anziane e quella intergenerazionale. La norma individua poi la figura dell’anziano non autosufficiente per età e disabilità ha forti limitazioni dell’autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane.
La legge ha sottolineato la necessità ove possibile di intervenire a domicilio, soprattutto per gli anziani con malattie croniche, attraverso strumenti di sanità preventiva e telemedicina. Gli interventi sono predisposti dagli enti pubblici come da privati. Contemporaneamente a queste prestazioni è istituita in via sperimentale (dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026) una misura economica, subordinata alle necessità di assistenza, finalizzata a promuovere il rafforzamento degli interventi domiciliari.
I requisiti per l’accesso alla misura sono almeno 80 anni di età anagrafica, livello assistenziale gravissimo e ISEE non superiore a 6mila euro, titolarità dell’indennità di accompagnamento o possesso dei requisiti per averlo. La prestazione è richiedibile per via telematica all’INPS ed è composta di due parti.
Una corrispondente all’indennità di accompagnamento, un’altra integrativa (l’assegno di assistenza) pari a 850 euro al mese, con lo scopo di pagare i servizi di cura e assistenza domiciliare, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona. La prestazione universale assorbe l’indennità di accompagnamento.
Se la quota integrativa non è utilizzata, l‘INPS provvede a revocare la prestazione, richiedendo la restituzione di quanto indebitamente ricevuto in precedenza. Resta il diritto all’indennità di accompagnamento se in possesso dei requisiti