Pensioni, tolto un requisito all’Opzione Donna: la decisione del Governo

Novità in tema pensioni con cambiamenti in arrivo per Opzione Donna, la misura dedicata alle lavoratrici che desiderano lasciare il mondo del lavoro.

La prossima Legge di Bilancio potrebbe modificare ulteriormente Opzione Donna togliendo un requisito. Scopriamo quale.

Pensione novità Opzione Donna
Opzione Donna cambia di nuovo – Abruzzo.cityrumors.it

La Riforma delle Pensioni dovrà attendere fino a quando non ci saranno risorse sufficienti per coprire gli interventi strutturali da mettere in atto (Quota 41 per tutti, ad esempio). Al momento, dunque, occorrerà accontentarsi di proroghe o misure ponte in attesa del grande cambiamento atteso da anni dai lavoratori.

Nel 2024 verrà probabilmente prorogata Quota 103, la misura che permette il pensionamento a 62 anni di età con 41 anni di contributi. Si pensa ad una conferma anche per l’APE Sociale, l’indennità di accompagnamento alla pensione di vecchiaia dedicata a caregiver, invalidi al 74%, disoccupati e addetti alle mansioni gravose. Consente di andare in pensione a 63 anni di età con 30 o 36 anni di contributi a seconda della categoria di appartenenza.

Poi c’è la questione Opzione Donna. I paletti imposti dalla Legge di Bilancio 2023 verranno ridotti? C’è la possibilità che la misura sia nuovamente dedicata a tutte le lavoratrici ritornando ad un ampliamento della platea delle beneficiarie?

Opzione Donna, via ad un requisito ma non a tutti i paletti

Oggi possono andare in pensione con Opzione Donna solo le caregiver da almeno sei mesi, le invalide dal 74% in su e le disoccupate/impiegate presso aziende in stato di crisi. Poche categorie, dunque, stabilite dalla Legge di Bilancio 2023.

Opzione Donna cambiano i requisiti
Opzione Donna, via ad un requisito – Abruzzo.cityrumors.it

Ebbene le speranze che la richiesta di ampliare nuovamente la platea sono vane. Non ci sono abbastanza risorse economiche per aumentare il numero delle destinatarie nonostante il pensionamento con Opzione Donna implichi l’accettazione del sistema di calcolo puramente contributivo.

Nulla cambierà rispetto al requisito contributivo. Rimarranno 35 gli anni di contribuzione richiesti per il pensionamento. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda il requisito anagrafico. Ad oggi possono richiedere lo scivolo le lavoratrici al compimento dei 60 anni se non hanno avuto figli, 59 anni se hanno avuto un figlio e 58 anni se hanno avuto due figli.

Una condizione ben diversa da quella prevista prima del cambiamento 2023. Quando i paletti erano minori, infatti, il requisito anagrafico era di 58 anni per le dipendenti e 59 anni per le lavoratrici autonome.

Cosa potrebbe cambiare con la prossima Legge di Bilancio. Potrebbe essere tolto il numero dei figli come discriminante del requisito anagrafico. Significherebbe che le donne appartenenti alle categorie precedentemente citate potrebbero andare tutte in pensione a 58 anni a prescindere da quanti figli si sono avuti. 

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