Pensioni minime, nel 2025 si guadagna o si perde? La novità del Governo lascia tutti di stucco

Il Governo di Giorgia Meloni ha comunicato come cambieranno le pensioni minime nel 2025. Ma ci guadagneremo oppure ci perderemo?

Quello delle pensioni resta sempre il terreno più instabile e a far franare le casse dell’Inps ci vuole un attimo! L’Istituto di Previdenza sociale, infatti, per come è messo allo stato attuale, non potrebbe reggere a lungo il peso di manovre troppo azzardate e di aumenti spropositati degli assegni previdenziali.

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Pensioni minime, nel 2025 si guadagna o si perde?-(foto Ansa)-Abruzzo.cityrumors.it

Del resto oggi paghiamo per “disattenzioni” di anni passati: pensioni baby erogate a 35 anni piuttosto che pensioni per decenni interamente calcolate con il sistema retributivo. Ma il passato è passato e non conta: ciò che conta è il futuro. Il futuro prossimo delle pensioni dipenderà dalle decisioni del Governo di Giorgia Meloni.

Come è ormai chiaro a tutti, la legge Fornero ci terrà compagnia anche nel 2025: eliminarla significherebbe agevolare troppe uscite anticipate dal mondo del lavoro e questo, al momento, il nostro Paese non può proprio permetterselo sia per ragioni di ordine economico sia a causa del grosso crollo delle nascite che non accennano a risalire.

Che succederà, invece, sul fronte delle pensioni minime? Forza Italia continua a chiedere un aumento significativo ma le richieste degli Azzurri, al momento, sembrano cadere nel vuoto  e restare inascoltate. Sono state recentemente comunicate le nuove cifre del trattamento minimo dell’Inps per il prossimo anno. Andremo a guadagnarci o subiremo delle perdite?

Pensioni minime 2025: ecco come stanno davvero le cose

Quello delle pensioni è sempre un tema “scottante” in Italia, un terreno a rischio frane ogni anno. Forza Italia da anni chiede di portare gli assegni minimi almeno a 1000 euro al mese. Succederà finalmente nel 2025 o le attese dei pensionati non sono ancora finite?

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Pensioni minime 2025: ecco come stanno davvero le cose/Abruzzo.cityrumors.it

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il disegno legge di Bilancio per il 2025. Il Governo Meloni, con circa 20 miliardi di euro a disposizione, si è impegnato a continuare a ridurre la pressione fiscale sui lavoratori anche per il prossimo anno. Infatti sono state riconfermate due misure importantissime in tal senso: il taglio del cuneo fiscale e il sistema a tre aliquote Irpef.

Con il taglio del cuneo fiscale verranno avvantaggiati gli stipendi fino a 35.000 euro lordi all’anno mentre le aliquote Irpef, restando tre anziché quattro come era fino al 2023, abbasseranno le tasse ai redditi dai 15.000 euro in avanti. Per quanto riguarda le pensioni, il discorso è diverso.

Il Governo – come aveva specificato qualche giorno fa il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – ha dovuto “razionalizzare” la spesa e il prezzo di questa razionalizzazione ricadrà sulle pensioni, in particolare sulle pensioni minime. Al momento gli assegni minimi dell’Inps corrispondono a 614 euro al mese: decisamente pochi per far fronte all’attuale costo della vita soprattutto dopo i rialzi degli ultimi due anni.

Il Governo Meloni, per il 2025, ha fissato nel 2,2% la percentuale di rivalutazione delle pensioni minime che, dunque, saliranno a 617,90 euro al mese: appena 3 euro in più rispetto alla cifra attuale. I sindacati hanno già iniziato a protestare definendo questa decisione una “presa in giro”. In effetti, a conti fatti, con questa percentuale di rivalutazione, le pensioni aumenterebbero di 10 centesimi al giorno.

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