Quando si parla di pensioni le preoccupazioni non finiscono mai ma dal 2027 potrebbe mettersi davvero male: età più alta e assegni più bassi.
Perdete ogni speranza o voi che pensavate di smettere di lavorare a 64 anni. Se già oggi quest’agevolazione è riservata a pochi lavoratori, non è escluso che dal 2027 possa scomparire. Il Governo di Giorgia Meloni è stato pesantemente redarguito dall’Unione Europea che mette un freno ai sogni di milioni di italiani.
L’Esecutivo è impegnato da mesi sul fronte delle pensioni. L’obiettivo è superare la legge Fornero prima della fine di questa legislatura e procedere verso la direzione di una maggiore flessibilità in uscita. Si stava facendo largo l’ipotesi di uscite spalmate tra i 64 e i 72 anni. Ma tutto questo sarebbe sostenibile per le casse dell’Inps? Forse no, forse sarebbe un passo troppo lungo per le gambe del nostro Paese e, soprattutto, per le casse del nostro Stato.
Dunque l’Unione Europea è intervenuta per frenare gli entusiasmi e ricordarci che, dopotutto, la Legge Fornero fino ad oggi ci ha garantito una certa stabilità. Ma la Legge Fornero è molto più complessa di quello che si immagina. Non si tratta semplicemente di andare in pensione a 67 anni anche perché a breve quest’età non sarà nemmeno più sufficiente. Se non viene superata andremo in pensione sempre più tardi e, paradossalmente, con assegni previdenziali sempre più bassi.
Fino al 2027, tutto sommato, possiamo dormire sonni tranquilli ma il peggio potrebbe arrivare tra due anni: se la Legge Fornero non verrà superata dovrà essere rivista l’età pensionabile ma non solo quella.
Legge Fornero non vuol dire solo andare in pensione a minimo 67 anni e con almeno 20 anni di contributi. La Legge Fornero prevede anche molto altro. Uno dei “cavilli” che pochi conoscono è il seguente: ogni due anni l’età pensionabile deve essere rivista in funzione dell’aspettativa media di vita. Se quest’ultima è aumentata allora anche l’età per accedere alla pensione dovrà aumentare.
Si parla già da tempo, infatti, del fatto che dal 2027 l’età per accedere alla pensione potrebbe passare da 67 anni a 67 anni e 3 mesi. Ma non è questa la notizia davvero tragica. Perché se la durata media della vita aumenta questo significa che l’Inps dovrà erogare assegni per un numero crescente di anni. Come rendere sostenibile tutto questo?
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Se pensavate che peggio di così non potesse andare per quel che riguarda le pensioni, sappiate che state sbagliando in quando dal 2027 potrebbe mettersi ancora peggio: potremmo dover lavorare di più per avere in cambio un assegno Inps più basso.
Come spiegato nel paragrafo precedente, dal 2027, per allinearsi con l’aumento della durata media della vita, l’età pensionabile potrebbe passare da 67 anni a 67 anni e 3 mesi. Ma questo potrebbe non essere sufficiente a garantire la stabilità dell’Inps. Che fare allora?
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Abbassare i coefficienti di trasformazione. Per chi non lo sapesse i coefficienti di trasformazione sono numeri che, moltiplicati per i contributi che versiamo, stabiliscono l’importo della nostra pensione: se essi si abbassano va da sé che anche l’importo della pensione sarà più basso. Pertanto dal 2027, pur andando in pensione 3 mesi dopo, paradossalmente potremmo trovarci con un assegno Inps più basso di chi è andato in pensione a 67 anni prima del 2027.