Quando si parla di bonus è bene essere sempre informati in quanto si tratta di soldi che possono entrarci in tasca e, dunque, di questi tempi, non è il caso di lasciarsi scappare nessun sussidio a cui abbiamo diritto.
Ci sono due bonus in particolare in cui, nelle scorse settimane, si è fatto un gran parlare ma che molti ancora conoscono poco e nulla e non hanno ben capito come funzionano. Si tratta del bonus Maroni, dedicato all’ex Ministro degli Interni e del bonus Giorgetti che, invece, prende il nome dall’attuale Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Entrambe le agevolazioni hanno a che fare con l’universo previdenziale, con l’intricato mondo delle pensioni. Tanti lavoratori pensano siano la stessa cosa ma non è proprio così. O meglio: il funzionamento è il medesimo ma cambia la platea a cui si rivolgono. Conoscere la differenza è importante o si rischia di perdere un mucchio di soldi ogni mese.
Del complicato mondo delle pensioni fanno parte anche due bonus di cui sentiamo parlare da tempo ma non tutti conoscono il loro esatto funzionamento: si tratta del bonus Maroni e del bonus Giorgetti. Vediamo, nei dettagli, la sottile ma fondamentale differenza.
Il bonus Maroni è stato il primo a nascere ed è nato come incentivo a restare al lavoro fino a 67 anni anziché lasciare l’ufficio a 62 fruendo di Quota 103. Questa misura, infatti, permette di accedere alla pensione ad appena 62 anni se gli anni di contributi sono almeno 41 e si rivolge a tutte le categorie lavorative.
Molti, nel corso di questi anni, sono andati in pensione prima proprio grazie a Quota 103 e questo ha significato una vera e propria emorragia per le casse dell’Inps. Da qui la decisione d’introdurre un bonus per disincentivare i lavoratori ad utilizzare Quota 103.
Il bonus consiste nell’accredito, ogni mese, del 9,19% in più in busta paga: quel 9,19% in più consiste nella quota di contributi che il lavoratore dovrebbe pagare all’Inps. Anziché darli all’Inps se li ritrova tutti i mesi sullo stipendio fino al raggiungimento dell’età pensionabile, cioè fino ai 67 anni.
Il bonus Giorgetti, a differenza del bonus Maroni, è stato introdotto quest’anno e riguarda sempre l’universo previdenziale. Funziona in modo analogo all’altro bonus ma con un’importante differenza.
Il bonus Giorgetti non si rivolge solo ai lavoratori che, pur avendo i requisiti, rinunciano ad andare in pensione prima con Quota 103 ma si rivolge anche a coloro che rinunciano alla pensione anticipata ordinaria la quale consentirebbe di lasciare il lavoro a qualunque età una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e i 41 anni e 10 mesi per le donne.
Leggi anche: Mancato rimborso 730: ecco quali sono i possibili errori commessi e come rimediare
In pratica il bonus Giorgetti è un’estensione del bonus Maroni, si rivolge ad una platea molto più ampia. Dunque conoscere la differenza è importantissimo: da quest’anno, in pratica, non solo chi rinuncerà a Quota 103 ma anche chi rinuncerà alla pensione anticipata ordinaria, se farà domanda all’Inps, potrà ricevere ogni mese una busta paga più ricca di quasi il 10% fino all’età per la pensione di vecchiaia