Non sono sicuramente anni facili per quanto riguarda l’accesso alle pensioni con legge Fornero e il 2025 rischia di essere ancor più complicato.
L’idea di riformare radicalmente il sistema previdenziale italiano è nell’aria da tempo ma metter mano a questo settore implica il dispiego di un quantitativo di risorse ad oggi insostenibile. Ragione per la quale il dibattito, salvo sporadici incontri con i sindacati, non ha mai preso piede concretizzandosi in leggi ad hoc.
Ciò nonostante alcuni interventi sono stati messi in campo dagli ultimi Governi ma hanno interessato per lo più l’ambito del trattamento pensionistico anticipato mentre la pensione di vecchiaia rimane legata alla legge Fornero ed ai suoi requisiti. Secondo le ultime proiezioni, inoltre, quanto si prospetta per i mesi a venire potrebbe risultare, per certo punti di vista, ancor meno vantaggioso. Scopriamo perché.
Pensioni con legge Fornero, come evolverà la situazione: brutte notizie
Si tratta chiaramente di sole supposizioni e previsioni in quanto l’esecutivo ha comunque facoltà di intervenire, nel corso dell’anno con l’introduzione nuovi strumenti per l’accesso alla pensione o la modifica di misure in essere.
Ad oggi però non si è ancora entrati nel merito delle possibili misure da approvare e la pensione anticipata contributiva, per fare un esempio, si è ritrovata con un peggioramento dei requisiti economici (l’importo è passato da 2,8 a 3 volte il valore della pensione minima con 64 anni e 20 di contributi).
Inoltre verrà adeguato sulla base della speranza di vita anche il requisito contributivo insieme a quello anagrafico.A questo si somma il ricalcolo contributivo introdotto per Quota 103 e l’innalzamento di 5 e 12 mesi per Ape Sociale e Opzione Donna.
Per il prossimo anno le premesse dunque non sono buone ed è molto difficile che si arrivi al superamento della Fornero. Salvo cambiamenti o ripensamenti, dunque, la legge Fornero sulle pensioni rimarrà come è ora, con una penalizzazione in uscita derivante dal ricalcolo interamente contributivo della pensione. Infine una buona notizia.
Per due anni i requisiti per andare in pensione, non essendo stata accertata una variazione delle speranze di vita tale da doverlo fare, non dovrebbero essere modificati (innalzati) rimanendo dunque in una situazione di sostanziale stabilità.
Si potrà dunque andare in pensione con 67 anni e 20 di contributi o, indipendentemente dall’età, con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne). Con 71 anni e 5 di contributi per i contributivi puri (che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 96) o con 64 anni e 20 di contributi ed assegno pari ad almeno 3 volte il sociale.