Attenzione a chi ha debiti con il Fisco, cosa può fare l’Inps in merito ai pagamenti di pensioni ed indennità varie
Avere debiti con il Fisco può comportare conseguenze spiacevoli per il contribuente. La questione è importante ed è bene conoscerla nel dettaglio: pur essendo infatti una disposizione presente da alcuni anni sono in pochi ad essere al corrente dei possibili rischi ai quali si va incontro qualora il debito accumulato superi un determinato importo.
Ebbene l’Inps ha la facoltà, in specifici casi, di intervenire con la sospensione del pagamento di pensioni e diversi tipi di indennità per un lungo periodo di tempo. Entriamo nel merito della questione per capire meglio come evitare questo tipo di conseguenze.
Debiti col Fisco e pensione bloccata: i casi da conoscere
Esiste nello specifico un importo che è bene non superare per non incorrere nel rischio del blocco delle erogazioni. Tutto è stato definito nella Legge di Bilancio 2018 che è andata di fatto a modificare l’articolo 48 bis del Dpr 602/1973 e il Dm 40/2008.
Esisteva già la possibilità per l’Istituto di sospendere i pagamenti ma con tali modifiche è stato ridotto il limite della somma ‘limite’ per la verifica obbligatoria dei debiti erariali e non solo, perché è stato anche incrementato l’intervallo di sospensione del pagamento.
Infatti prima di queste modifiche era stato previsto un blocco del pagamento delle prestazioni al beneficiario da parte delle amministrazioni pubbliche della durata di 30 giorni e nel caso in cui il debito con il Fisco superasse i 10mila euro.
Le cose sono cambiate e si è passati ad una possibilità di sospensione per 60 giorni del pagamento delle pensioni. Ma anche di indennità di fine rapporto e di indennità di fine servizio. Il tutto nel caso in cui il debito con il fisco sia superiore ai 5000 euro e con un blocco di analogo importo. Infine il nominativo della persona interessata potrà essere segnalato all’agente di riscossione.
Tutte le novità sono state a suo tempo illustrate dall’Inps che ha sottolineato come la legge sia stata modificata “riducendo – si legge nella comunicazione – da € 10.000 ad € 5.000 l’importo del pagamento oltre il quale le pubbliche amministrazioni devono obbligatoriamente – prosegue la comunicazione – attivare la procedura di verifica degli inadempimenti derivanti da cartelle di pagamento non saldate da colui che deve ricevere detto pagamento”.