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Economia e Finanza

Pensione con 36 o 37 anni di contributi: la novità spiegata dall’INPS

Cerchiamo di capire meglio come funziona questa possibile modifica per quanto riguarda la pensione. Entriamo nel dettaglio.

Per andare in pensione, come sappiamo, è necessario soddisfare certi requisiti. Innanzitutto bisogna avere 67 anni, ma non solo, bisogna aver accumulato almeno 20 anni di contributi, che al giorno d’oggi non è per niente semplice. Dopo aver soddisfatto questi due requisiti, dunque, è possibile andare in pensione come da norma. Ma ora tutto potrebbe cambiare con una nuova regola.

Pensione con 36 o 37 anni di contributi: la novità spiegata dall’INPS- Abruzzo.cityrumors.it

Di base sappiamo che, a parte la classica pensione, esiste anche la versione anticipata. Degli esempi possono essere la quota 41 o l’Ape sociale, conosciute per avere questo specifico scopo. Tuttavia c’è il rischio che, a causa di alcuni anni di mancato versamento, non si possano richiedere.

Andare in pensione con 36 o 37 anni di contributi: si può fare ad una condizione

Chi ha versato, per esempio, 37 anni e 10 mesi di contributi, ha 5 anni mancanti alla pensione anticipata ordinaria. Tanti lavoratori si ritrovano a non poter richiedere la pensione per via di alcuni versamenti non fatti, che a quanto pare potrebbero gravare sulla situazione. Per uscirne, però, è possibile utilizzare uno strumento messo a disposizione dall’INPS stesso. Vediamo insieme di quale si tratta e come potrebbe risolvere questa faccenda.

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Prende il nome di Pace contributiva, ed è una misura molto interessante da conoscere. A partire da quest’anno, come anche dal prossimo, si potrà andare in pensione anche se non sono stati versati fino ad un massimo di 5 anni mancanti.

Questa possibilità è riservata solo a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Tutti gli altri, purtroppo, dovranno continuare ad utilizzare le risorse che esistono al momento.

Fatta eccezione per coloro che hanno frequentato l’Università, ottenendo la laurea per riscattare i periodi di studio. Fino a cinque anni, difatti, il riscatto della laurea prevede un versamento dell’onere ridotto rispetto al normale.

Comunque sia, l’INPS, propone sempre al contribuente di continuare a versare i contributi anche se ha smesso di lavorare. In questo modo il fondo cassa viene riempito ed è più semplice andare in pensione. Tenete a mente queste possibilità per il futuro che può essere di grande aiuto. Se non sappiamo come fare i conteggi rivolgiamoci ad un Caf oppure ad un commercialista, loro ci sapranno aiutare.

Sebastiano Spinelli

Nato a Reggio Calabria nel 2000, sono un redattore esperto di tecnologia ed informatica, con una passione verso lo studio delle intelligenze artificiali. Ho avuto modo di formarmi in questo settore nel corso degli anni lavorando come Giornalista. In passato ho studiato come un Grafico Pubblicitario in quanto amante del fotoritocco, per poi concentrarmi totalmente nell'ambito della scrittura.