Un dubbio impensierisce i lavoratori, pensione anticipata o limite ordinamentale nel 2025? Ci sono diversi aspetti da valutare.
Come e quando andare in pensione? Questa la domanda dei lavoratori che si avvicinano al momento del pensionamento e temono che una scelta sbagliata possa rovinare il futuro post-occupazione. In effetti ci sono tanti aspetti da considerare prima di prendere una decisione.
Il limite ordinamentale di età non è superabile se il dipendente ha già conseguito un diritto alla pensione esercitabile. In caso contrato si dovrà prolungare il rapporto di lavoro oltre la soglia per permettere al dipendente di raggiungere il primo diritto utile alla pensione e la sua decorrenza. Una volta raggiunto il limite ordinamentale di età ci sarà il collocamento a riposo d’ufficio.
Molti lavoratori possono essere in dubbio se andare in pensione con la pensione anticipata nel 2024 avendone maturato il diritto oppure se aspettare di essere collocati a riposo secondo i limiti ordinamentali nel 2025. La questione può sembrare più spinosa, poi, in caso di permessi Legge 104 avendo il timore che possano interrompere il periodo di preavviso o diminuire il TFR. Qui iniziamo subito con il dire che i permessi non implicano alcuna interruzione del periodo di preavviso di dimissioni prima della domanda di pensionamento.
La paura più grande per un dipendente potrebbe essere quella di perdere soldi uscendo in anticipo dal mondo del lavoro. Sappiamo che succede con Opzione Donna e Quota 103 perché impongono il calcolo contributivo anche a chi ha maturato contributi prima del 1996 e rientrerebbe, quindi, nel più vantaggioso sistema retributivo o misto. In generale il calcolo retributivo/misto consente di avere un importo maggiore sull’assegno pensionistico.
Chi ha maturato i requisiti per la pensione anticipata e rientra in questo sistema vedrà calcolare la cifra finale sulla base della media delle ultime retribuzioni per la parte retributiva fino al 2011 e sulla base dei contributi dal 2012 in poi.
Il tasso di sostituzione comporterà per chi ha maturato il diritto alla pensione anticipata nel 2019, ad esempio, una riduzione tra il 20 e il 30% rispetto l’ultimo stipendio netto percepito a seconda del contributi effettivamente versati e all’età anagrafica di uscita dal mondo del lavoro.
Andando in pensione a 64 anni di età con più di 40 anni di contributi la pensione dovrebbe essere pari al 70 o 80% dell’ultima retribuzione considerando il calcolo misto. I requisiti per la pensione anticipata rimarranno uguali nel 2025 ma sono aumentati i limiti ordinamentali arrivando a 67 anni invece di 65 anni.
Significa che chi oggi ha 64 anni e vuole andare in pensione nel 2025 dovrà farlo con la pensione anticipata (senza penalizzazioni avendo acquisito il diritto anni indietro) oppure dovrà attendere altri due anni.