Il Governo valuta un nuovo condono per sanare i debiti. Un aiuto per i contribuenti per fare arrivare soldi nelle casse dello Stato.
Quando si sente parlare di condono e sanatoria una parte degli italiani – i debitori – gioisce mentre un’altra parte – chi paga regolarmente le tasse e ottempera sempre ai propri obblighi – si chiede perché non ottengono mai dei premi. Una questione difficile da valutare soprattutto quando protagonisti della possibile sanatoria sono i titolari di Partita IVA. Parliamo di lavoratori che mai ricevono aiuti dallo Stato, che si ritrovano a pagare tasse spesso troppo alte rispetto ai guadagni e che non hanno né giorni di ferie retribuiti né giornate di malattia.
Lavoratori stanchi di dare senza ricevere e di essere anche accusati di evasione. Purtroppo in tanti casi dove si pecca di una mancanza lo si fa perché esasperati e perché le difficoltà che si incontrano quotidianamente non permettono di trovare un’altra strada da seguire per evitare il fallimento. Ora un tentativo di supporto sembrerebbe essere nei piani del Governo, una sanatoria dei redditi non dichiarati dal 2018 al 2023 con flat tax.
Come funzionerebbe la sanatoria per le Partite IVA al vaglio del Governo
Una sanatoria per regolarizzare i redditi non dichiarati nei cinque anni precedenti, ecco l’idea proposta nell’emendamento numero 2.0.3 presentato al Senato. Un condono per chiudere i conti in sospeso tra titolari di Partita IVA e Fisco. A firmare l’emendamento Fausto Orsomano di Fratelli d’Italia, Massimo Garavaglia della Lega e Dario Damiani di Forza Italia.
Il funzionamento della sanatoria (ricordiamo che ce n’è un’altra già Legge) è piuttosto semplice. I commercianti e i lavoratori autonomi che aderiranno al concordato preventivo entro il 31 ottobre 2024 potranno mettersi in regola con i redditi non dichiarati nel quinquennio 2018-2023. Ci sarà una flat tax da calcolare che dipenderà dal punteggio degli Indici Sintetici di Affidabilità volti a valutare il livello di affidabilità fiscale dell’interessato.
Nello specifico l’aliquota sarà del 10% per chi avrà un punteggio alto compreso tra 8 e 10, del 12% per chi avrà un punteggio tra 6 e 8 e del 15% con punteggio sotto al se, Indice considerato basso. Il termine ultimo per il pagamento delle somme dovute è marzo 2025 se si procede in un’unica soluzione. In alternativa si potrebbe chiedere una dilazione con rateizzazione in 24 mesi con interesse annuo del 2%. Una volta sanati i redditi il Fisco non potrà più procedere con accertamenti.