Sono stati aggiornati i coefficienti di trasformazione per le pensioni validi per il prossimo biennio: cosa accadrà agli assegni.
Il decreto ministeriale n.436 dello scorso 20 novembre ha introdotto delle novità per quanto riguarda gli assegni pensionistici. Le mensilità per chi andrà in pensione durante il prossimo anno, per effetto di quanto stabilito dal decreto, saranno ridotte rispetto a chi ha deciso di ritirarsi dal lavoro nel 2024.
Nel dettaglio, sono stati individuati i nuovi coefficienti di trasformazione per le pensioni validi per il prossimo biennio (2025-2026). Si tratta dei parametri che permettono di calcolare il rateo dell’assegno pensionistico di un lavoratore, appartenente a determinate categorie, in base al montante contributivo maturato durante gli anni di impiego.
Pensioni, nuovi coefficienti di trasformazione: assegni più bassi nel 2025
Il Ministero del Lavoro ha emanato il decreto ministeriale n. 436/2024 che stabilisce i nuovi coefficienti di trasformazione per il calcolo degli assegni pensionistici validi per il prossimo biennio 2025 – 2026 e che, dunque, entreranno in vigore dal prossimo 1° gennaio.
Questi coefficienti sono, precisamente, dei valori che vengono utilizzati per il calcolo della pensione con il metodo contributivo. Usando tali parametri, il montante contributivo viene trasformato nel valore della pensione annua del lavoratore. I coefficienti non sono gli stessi per tutti i lavoratori, ma variano in base all’età anagrafica del lavoratore nel momento in cui presenta la domanda per la pensione (da 57 a 71 anni): più l’età è alta, maggiore sarà il parametro per il calcolo della pensione.
Infine, bisogna precisare che si tiene conto dei coefficienti di trasformazione solo per le seguenti categorie: chi ha iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996; i lavoratori che hanno versato contributi sino al 31 dicembre 1995, con il sistema contributivo che si applica solo per i contributi versati dopo il 1° gennaio 2012 se al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di contribuzione; i lavoratori che decidono di liquidare la pensione integralmente con il sistema contributivo.
I nuovi valori hanno fatto registrare una riduzione, circostanza che si rispecchierà sulle pensioni di chi lascerà il lavoro nel prossimo biennio, contrariamente a chi ha già fatto richiesta per cui gli assegni saliranno. Questi lavoratori, dunque, avranno un trattamento pensionistico annuo più basso rispetto a chi si ritirerà dal lavoro entro il 31 dicembre 2024.
Per fare un esempio pratico, prendendo in esame un lavoratore di 67 anni che decide di andare in pensione avendo accumulato un montante contributivo di 250mila euro: sino al 31 dicembre di quest’anno avrebbe percepito un importo lordo annuale di 14.307 euro (circa 1.100 euro mensili). Andando in pensione nel 2025, con i nuovi coefficienti, la cifra scende a 14.020 euro annuali (circa 1.078 euro al mese) con una riduzione di 287 euro in un anno, ossia circa 22 euro in meno al mese.