Pensionati italiani nel panico: l’Inps rivuole indietro migliaia di euro. Ecco chi è a rischio e cosa bisogna fare per tutelarsi.
L’incubo di ogni pensionato purtroppo è già realtà: l’Inps sta chiedendo indietro i soldi. Molti non solo smetteranno di ricevere l’assegno previdenziale ma dovranno anche restituire tutto ciò che è stato erogato loro fino a questo momento. Purtroppo non si tratta di uno scherzo ma è tutto vero.
Va da sé che milioni di persone sono precipitate nel panico in quanto la pensione, per la maggior parte, è l’unica fonte di sostentamento. Come potranno andare avanti? E, soprattutto, come recuperare di punto in bianco tutte le cifre passate da restituire all’Inps? La situazione è davvero tragica.
Pensioni: l’Inps le rivuole indietro
Immagina di aver lavorato 40 anni per avere, un giorno, una piccola pensione. Immagina di essere arrivato al tanto agognato traguardo ma, dopo qualche tempo, di dover restituire tutto all’Inps. Purtroppo è ciò che sta accedendo. Vediamo cosa fare per tutelarsi.
Come ben sappiamo, per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario avere almeno 67 anni e non meno di 20 anni di contributi (oppure almeno 15 se si rientra in una delle tre deroghe Amato). La pensione di vecchiaia ordinaria – come anche la pensione anticipata ordinaria – è cumulabile con il reddito da lavoro.
Questo significa che, se il tuo assegno mensile fosse troppo esiguo, potresti anche tornare a lavorare per arrotondarlo. Potresti tornare a lavorare sia come dipendente sia come lavoratore autonomo. Ben diversa la situazione di chi, invece, va in pensione sfruttando misure come Ape sociale, Quota 103, Quota 102 o Quota 100.
Queste misure di prepensionamento, infatti, sono sono compatibili con il reddito da lavoro. Al massimo puoi svolgere lavoro occasionale in forma autonoma ma solo fino ad un massimo di 5000 euro l’anno. Se l’Inps scopre che sei tornato a lavorare, non solo perderai la pensione ma dovrai anche restituire indietro un mucchio di soldi all’ente previdenziale.
E’ esattamente quello che è accaduto all’altoatesino Robert Stark, il quale ha fatto da comparsa in un film per la cifra di 77 euro. L’uomo era andato in pensione con Quota 100 e, dunque, non poteva lavorare in quanto il lavoro di comparsa non è considerato lavoro autonomo. Di conseguenza l’Inps gli ha trattenuto un anno intero di pensione pari a 20.000 euro.
Il signor Stark non è l’unico a trovarsi in questa situazione: molti altri pensionati hanno perso migliaia di euro per aver svolto qualche piccolo lavoretto per poche centinaia di euro. L’Inps in questi casi non transige e si riprende indietro anche un intero anno di pensione.