L’assegno di invalidità e tutte le forme di aiuto ai cittadini disabili sono di diverso tipo e potremmo incorrere in cifre troppo basse. Cerchiamo di capire meglio.
Come sappiamo, l’iter per ottenere il riconoscimento dell’invalidità è preciso e il soggetto interessato deve fornire tuta la documentazione utile a certificare il suo stato di salute per inviare la domanda. La Legge prevede l’attuazione di tutta una serie di agevolazioni e contributi in denaro, che devono aiutare il soggetto a poter colmare il gap dato dalla malattia, mentale o fisica, o condizione che porti a una forma di invalidità.
Più è alta la percentuale di invalidità assegnata e maggiori saranno questi aiuti, anche a livello economico. Terminato l’iter, il soggetto disabile potrebbe considerare che l’assegno è troppo basso o che le agevolazioni fiscali, sconti e bonus non siano sufficienti. Ecco che per far rivalutare la decisione della Commissione può agire in diversi modi.
Come cambiare – in meglio – l’assegno di invalidità, ecco tute le opzioni contemplate dalla Legge
Quando si presenta la richiesta di invalidità si possono ricevere risposte di vario tipo; l’invalidità può essere accettata, oppure accettata ma con una percentuale che riteniamo troppo bassa oppure direttamente negata. Negli ultimi due casi, l’interessato può fare ricorso all’INPS oppure chiedere un nuovo accertamento delle condizioni di salute.
Il ricorso si può effettuare a livello giudiziario, inerente all’accertamento, oppure amministrativo, se vogliamo intervenire sulla concessione dei benefici. Può essere presentato entro 6 mesi, scaduti i quali il soggetto dovrà inoltrare una nuova domanda.
L’iter giudiziale passa attraverso l’accertamento delle condizioni sanitarie da parte di un CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) che è super partes e dovrà valutare, di concerto con un medico dell’INPS, tutte le richieste espresse. Una volta che il CTU ha espresso il suo giudizio, le parti dovranno comunicare entro 30 giorni se sono d’accordo oppure no.
Se una delle parti (Inps o invalido) manifesta dissenso alle conclusioni del CTU, il giudice attribuisce un termine ulteriore di 30 giorni entro il quale la parte dissenziente dovrà presentare ricorso dinanzi al medesimo giudice.
Quando viene riconosciuto al richiedente che la percentuale di invalidità era troppo bassa, allora lo stesso dovrà effettuare una nuova visita medica alla Commissione INPS, naturalmente portando tutta la documentazione richiesta, perché è come se la procedura iniziasse tutta da capo.
In alternativa, il cittadino disabile può effettuare un’altra procedura, che si chiama “di aggravamento”; in questo caso non si va a contestare la presunta inesattezza del verbale in essere ma si chiede che venga data una percentuale maggiore di invalidità perché le condizioni di salute sono peggiorate.
Infatti le disabilità sono di vario tipo, sia fisiche che mentali, e dunque il soggetto può avere ad esempio una malattia degenerativa, oncologica, o non trovare miglioramento con le terapie. In questo caso la Commissione INPS fisserà una nuova visita in cui verranno prese in considerazione le novità inerenti lo stato di salute del soggetto.