Buone notizie per i lavoratori: confermato dal Governo il bonus bollette. Ecco chi ha diritto a riceverlo direttamente con lo stipendio.
L’esecutivo ha confermato il bonus bollette. Si tratta dell’agevolazione che consente di ricevere direttamente in busta paga il rimborso da parte del datore di lavoro per le bollette di gas, luce e acqua. La misura fa parte dei cosiddetti fringe benefit, le agevolazioni che si aggiungono allo stipendio senza impatto fiscale per il dipendente.
Grazie ai fringe benefit le aziende possono fornire un aiuto concreto ai loro dipendenti senza andare a gravare sui costi fissi. Parliamo di qualcosa di differente dai bonus che “scontano” le bollette alle famiglie in difficoltà. I fringe benefit sono benefici aggiuntivi e esentasse che non concorrono ad aumentare il reddito imponibile del lavoratore.
Il governo Meloni ha indicato delle soglie ben precise per evitare che l’importo del bonus vada a incidere sul reddito del lavoratore, vale a dire duemila euro per i lavoratori con figli e carico e mille euro per quelli senza figli a carico. Questi dunque i limiti annui esentasse da non superare. Ma chi potrà beneficiare del bonus bollette?
Bonus bollette in busta paga: chi sono gli aventi diritto e come richiederlo
Una volta superati i tetti massimi della soglia di detassazione tutto l’importo – non solo quello eccedente – si aggiungerà al reddito imponibile del lavoratore dipendente, perdendo così la convenienza sul piano fiscale. Il bonus bollette copre le spese per luce e gas riferite alla residenza del lavoratore, del coniuge o di altri familiari (anche se non vi risiedono effettivamente).
Quello che conta per ottenere il bonus bollette sotto forma di finge benefit è che il dipendente o i familiari sostengano realmente i costi per le utenze di luce, acqua o gas. Come si fa a richiedere il bonus bollette confermato dal governo? Il datore di lavoro non è obbligato a concederlo. Può scegliere se erogarlo oppure no.
Premesso questo, per richiedere il bonus il dipendente dovrà seguire una serie di passaggi. Innanzitutto dovrà produrre una documentazione giustificativa della spesa. Basterà presentare le bollette pagate o la dichiarazione sostitutiva del possesso dei documenti necessari (per esempio indicando il numero della fattura, l’intestatario, il tipo di utenza, l’importo versato).
Il lavoratore dipendente dovrà anche fornire una seconda dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Servirà ad attestare che il rimborso non è stato “duplicato”. In altre parole, questa dichiarazione serve a evitare che altri datori di lavoro abbiano già rimborsato le stesse bollette.