Esselunga, azienda nella bufera: dopo Milano disposta la chiusura dei punti vendita in altre 7 regioni

È polemica dopo l’annuncio che riguarda i supermercati Esselunga, aperti da anni ed anni. La cosa è accaduta a macchia d’olio ed in tanti alzano la voce.

Esselunga è un punto di riferimento in molte province del Nord Italia ed anche di parte di alcune aree del centro. La famosa catena della Grande Distribuzione Organizzata, i cui spot pubblicitari sono proposti anche in canali comunicativi di risonanza nazionale, fra tv, web e stampa tradizionale, è attiva sin dal 1957.

Un Esselunga Superstore in orario di apertura
Esselunga, azienda nella bufera: dopo Milano disposta la chiusura dei punti vendita in altre 7 regioni (abruzzo.cityrumors.it) Foto Ansa

Fondata a Milano nel periodo immediatamente precedente il boom economico del secondo Dopoguerra, Esselunga ha vissuto una espansione importante nei decenni a venire. Fino a diventare la solida realtà economica dei giorni nostri. La proposta commerciale che caratterizza Esselunga è riuscita a fare breccia nelle preferenze di circa 5,5 milioni di clienti fidelizzati, in base a quelle che sono le stime più recenti.

Il fatturato ammonta a circa 9,3 miliardi di euro all’anno e per quanto concerne il numero di dipendenti, se ne contano più di 25mila. Ci sono quindi tutti i crismi per potere parlare di Esselunga come uno dei più importanti protagonisti del panorama economico e sociale italiano.

Per questo quando ci sono delle notizie di rilievo che riguardano la stessa Esselunga, la cosa finisce con l’avere una grossa cassa di risonanza. Adesso si parla di chiusura per svariati punti vendita, e proprio quando ci troviamo ormai nella parte finale dell’anno, con le festività di Natale 2024 distanti appena qualche settimana. Saranno diversi gli esercizi coinvolti, di quali si tratta.

Esselunga, la decisione presa per motivi di sicurezza

Già dal 4 novembre scorso sono scattati dei grossi cambiamenti. La cosa ha riguardato pressoché tutti quanti i supermercati Esselunga dislocati nelle varie Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria e Lazio. Queste chiusure interessano migliaia di lavoratori della catena commerciale.

Un carrello al supermercato
Esselunga, la decisione presa per motivi di sicurezza (abruzzo.cityrumors.it)

Ma si tratta, per fortuna, non della chiusura definitiva delle saracinesche. Proprio no; Esselunga è una realtà solida e prospera ed un fallimento è del tutto inconcepibile. Quando si parla di chiusura ci si riferisce ad una variazione nel normale orario di esercizio quotidiano. Fino ad ora la fine della giornata lavorativa in alcuni Store Esselunga era fissata alle ore 22:00.

Adesso però la chiusura avrà luogo alle ore 21:00, salvo qualche eccezione come ad esempio quello dello store del centro commerciale Merlata Bloom di Milano, che aprirà regolarmente alle 07:30 fino alle dieci di sera. Tale variazione di orario trova giustificazione nella volontà di volere tutelare la sicurezza e le esigenze dei dipendenti.

Tornare a casa a così tarda ora, dopo una lunga giornata di lavoro, e specialmente con il maltempo che rappresenta una costante nel corso della stagione invernale, può non risultare facile per alcune persone. Smontare un’ora prima consente in qualche modo di dare più tempo ai lavoratori Esselunga da passare alle rispettive vite private.

Tutto ciò trova conferma anche dalle parole della Filcams. Sono molto soddisfatte le sigle sindacali coinvolte, le quali riferiscono pure come statisticamente abbiano luogo più furti nel periodo a ridosso della chiusura giornaliera. Milano in totale vedrà quindi la chiusura non più alle ore 22:00 ma alle ore 21:00 per dieci supermercati Esselunga in totale.

All’inizio questo provvedimento aveva riguardato solo gli store del capoluogo lombardo. Poi è stata allargata anche a tutti gli altri. Eppure non sono pochi i clienti che si sentono penalizzati da questa svolta. Infatti anche tra gli avventori c’è chi lavora fino a tardi e magari stacca alle nove di sera. Ed approfittava di quell’ora proprio per fare la spesa. Chiaro quindi che adesso alcuni dovranno adeguarsi di conseguenza su come rifornirsi dei beni necessari.

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