Chieti. Aiuti finanziari certi ed immediati per le imprese del territorio, messe in ginocchio dalla pandemia coronavirus. E’ quanto chiede Confcommercio Chieti in vista della cosiddetta “fase 2” pronta a scattare dal 4 maggio. In queste settimane di lockdown per gran parte delle attività economiche, l’attenzione di Confcommercio è stata rivolta essenzialmente alle dinamiche dell’emergenza sanitaria e a tutte le persone e le categorie impegnate senza sosta a fronteggiare in prima linea questa epidemia.
Nella “fase 2” ormai alle porte, il passaggio del testimone sarà dai medici e infermieri ai commercianti ed artigiani oltre che ai loro dipendenti, chiamati sul territorio ad affrontare e gestire l’altra emergenza, quella economica e sociale. Il commercio, in particolare quello di vicinato, è certamente tra i settori più colpiti, al pari di quello del turismo, entrambi vero pilastro dell’economia abruzzese e chietina. Questo tessuto di piccole imprese necessita di un aiuto economico-finanziario immediato per contenere per quanto possibile gli inevitabili effetti negativi delle chiusure e per sostenere l’onerosità dei costi per ripartire in sicurezza, con la messa in posa di strutture di distanziamento e parafiato, l’acquisto di mascherine e guanti, il costo della sanificazione degli ambienti, la segnaletica, le vetrofanie, i dispenser di gel e, laddove siano presenti, impianti di climatizzazione/ventilazione, la disinfezione e sostituzione dei filtri e chissà di quanti altre prescrizioni con il prossimo DPCM. E’ necessario anche un’accelerazione dei pagamenti della cassa integrazione di cui ancora si hanno tempi certi e un prolungamento degli ammortizzatori sociali. Se non ci saranno tempi brevi sarà difficile che i cittadini torneranno a spendere presso i negozi che, di conseguenza, alzerebbero le saracinesche inutilmente. Altresì è improcrastinabile una moratoria sugli affitti a cui si aggiunge come già richiesto da altre regioni, al credito d’imposta del 60% previsto dallo Stato, un indennizzo da parte della Regione del 40% per i canoni di locazione. C’è poi il mondo della ristorazione, la cui riapertura si prevede un po’ più in là, che chiede a gran voce di poter effettuare il take away, come già concesso in alcune regioni per ultimo la Toscana. Asporto e consegne a domicilio consentirebbero almeno un minimo di incassi a queste attività chiuse dallo scorso mese di marzo. Inoltre è fondamentale ripristinare i voucher per avere il massimo della flessibilità quando ci sarà la ripartenza.
“Le imprese non avranno il tempo di aspettare il vaccino, nell’arco di un paio di mesi moriranno e sarà un dramma per migliaia di famiglie e dei loro collaboratori. E’ per questo che il Governo centrale e in aggiunta quello regionale devono con urgenza costruire un percorso di sopravvivenza finanziaria- afferma Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti- che permetta alle imprese di tornare ad essere un valore per le nostre città. In attesa dell’imminente decreto, ci aspettiamo indicazioni chiare per la riapertura delle attività in sicurezza per titolari, dipendenti e clienti con un congruo anticipo in modo da dare a tutti noi la possibilità di organizzarci per tempo e che ci vengano rilasciate le autorizzazioni per muoverci ai fini di adeguare gli spazi delle nostre attività nella massima sicurezza per titolari, dipendenti e clienti.” Poi arriva un plauso all’ente camerale per i progetti lanciati durante l’emergenza coronavirus. “Siamo grati come categorie alla Camera di Commercio per le iniziative messe in campo a sostegno delle imprese in difficoltà attraverso bandi- aggiuge Tiberio- finalizzati all’abbattimento degli interessi per la sicurezza sui posti di lavoro e a favore della digitalizzazione, ormai necessaria per le imprese operanti in ogni settore.”