Stop ai lavori all’aperto in quasi tutta Italia: 13 su 20 fanno scattare il blocco ufficiale a partire dal 5 agosto; ecco il motivo.
Molti lavori specifici di costruzione o manutenzione, su strade, infrastrutture, reti idriche, elettriche e tubature, vengono effettuati ad agosto. Succede perché è in quel mese che le città si svuotano, che gli uffici, gli istituti scolasti e i negozi sono chiusi, ed è dunque più facile intervenire in certi contesti senza creare disagi alla popolazione.
Il disagio vero, in questi casi, è per i lavoratori. Costretti a dover portare a termine opere spesso complicate in situazioni per nulla adeguate.
Le 13 Regioni che impongono lo stop ai lavori all’aperto nelle ore più calde della giornata
Tante altre categorie di lavoratori non possono permettersi di evitare il lavoro all’aperto ad agosto. Prendiamo il caso dei contadini o degli allevatori. Agosto, per molti agricoltori, è il periodo di raccolta di pomodori, peperoni, zucchine, pesche, albicocche, prugne, cocomeri… Ed è anche tempo di trattamenti fitosanitari, cimatura e sfogliatura. Gli allevatori, invece, sono già alle prese con la preparazione per l’inverno, con la raccolta e conservazione del fieno e di altri foraggi per l’alimentazione degli animali.
Gli operai asfaltano le strade, riparano le tubature e lavorano senza sosta nei cantieri di costruzione. Non lo fanno per masochismo, ma per sfruttare il meteo favorevole (d’estate è più difficile che venga a piovere) e la maggiore disponibilità di luce diurna.
Ma molte Regioni italiane, già da anni, vietano il lavoro all’aperto ad agosto. Il motivo principale è da ricercare nelle temperature estremamente elevate, che possono raggiungere anche i 44 gradi. Tali divieti mirano a proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori, specialmente quelli impegnati in attività fisicamente sfibranti come l’edilizia, l’agricoltura e il florovivaismo.
Le ordinanze regionali generalmente vietano il lavoro nelle ore più calde della giornata. Cioè dalle 12:30 alle 16:00. E anche quest’anno molte Regioni hanno deciso di avanzare dei divieti espliciti in modo da prevenire colpi di calore, disidratazione e altri gravi problemi di salute legati al caldo estremo.
L’ultima Regione ad adeguarsi ai divieti è stata il Piemonte, che storicamente non aveva quasi mai adottato simili provvedimenti. L’estate 2024 appare però un periodo particolare per tutti. Anche quelle zone della penisola dove di solito il caldo estremo non è mai stato un problema ora devono preoccuparsi della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
E così diventano 13 le Regioni che hanno annunciato il divieto di prestare servizio all’aperto dalle 12:30 alle 16:00. I giorni in cui si attiva il divieto sono quelli segnalati a rischio alto nella mappa del rischio messa a disposizione dall’INAIL, ovvero dal 5 agosto ai 31.
Tutti i lavoratori che sono soliti dover esporsi al sole con attività fisica intensa avranno dunque l’obbligo di fermarsi. Solo segnalazioni particolari potranno dare il via libera, di giorno in giorno, ai lavori all’aperto negli orari interdetti.
L’elenco aggiornato e completo delle Regioni che hanno promulgato il divieto conta la Puglia, la Calabria, la Basilicata, la Campania, il Molise, il Lazio, la Toscana, le Marche, l’Abruzzo, l’Emilia Romagna, il Piemonte, la Sicilia, la Sardegna, Mancano quindi alcune Regioni del Nord.