Chieti. “La ZES soprattutto a Vasto e San Salvo non sarà minima, sarà sostanzialmente inesistente. Eccezion fatta per il porto, sulle restanti aree inserite insistono terreni in ampliamento non infrastrutturati e vincoli (archeologici, idrogeologici ecc) che ne vanificheranno la funzione”.
Si legge così in una nota di Confindustria Chieti Pescara, che prosegue: “Ha vinto chi non voleva l’espansione della zona industriale; chi da anni lotta per l’impoverimento del territorio. Nonostante la scelta del legislatore italiano sia quello di favorire lo sviluppo delle imprese collegate alla logistica marittima, sulla mappatura delle aree ZES in Abruzzo hanno vinto altri comuni, distanti magari centinaia di km dai nostri porti che con delibere last minute hanno ottenuto ciò che invece, soprattutto a Vasto, sembrerebbe interessare poco. Il presidente Zecca chiede al nuovo Governo regionale un incontro urgente, una riflessione seria perché a fronte delle ricognizioni fatte da Confindustria nei mesi scorsi, a seguito delle osservazioni ufficiali inviate in Regione a dicembre 2018, di fatto ci sono importanti investimenti di aziende insediate da anni nel vastese che rischiano di perdere i benefici della costituenda ZES. Parliamo cioè della riduzione di un terzo dei termini in materia di valutazione di impatto ambientale ma anche di valutazione ambientale strategica e di autorizzazione paesaggistica. Per non parlare delle aree doganali all’interno delle aree ZES in cui sarà consentito operare in regime di sospensione dell’IVA. Confindustria ritiene che in mancanza di una revisione della deliberazione di Giunta regionale n.122 del 7/2/2019, più di qualcuno dovrà assumersi delle responsabilità. Il futuro dell’industria del comprensorio vastese ed il futuro del Porto di Vasto sono indissolubilmente legati a pena di una reciproca marginalizzazione.
Si ribadisce, con forza ed in modo univoco, il sostegno ad uno sviluppo integrato del territorio che possa contemperare le esigenze di salvaguardia ambientale e di sviluppo turistico insieme alle attività economiche e produttive che danno una fetta importantissima del PIL provinciale.
Tutti questi interessi vanno tenuti insieme e nel debito conto e sostenuti nelle sedi istituzionali, locali e regionali, affinché siano salvaguardate le ragioni delle tante imprese che sinora hanno dato al territorio lavoro e ricchezza e di quelle che si apprestano a farlo”.