Chieti. Confcommercio Chieti elogia il lavoro certosino svolto dal piccolo commercio che è sceso in prima linea per aiutare le fasce sociali più deboli in un difficilissimo momento storico segnato dall’emergenza Coronavirus. Uno sforzo notevole paragonato a quello dei colibrì, uccelli in grado di muoversi all’indietro, che deve far riflettere una volta passato il peggio nella speranza che si riscopra finalmente l’importanza quotidiana del commercio di vicinato. Chiare e sentite le parole del presidente provinciale di Confcommercio Chieti, Marisa Tiberio.
“Le nostre abitudini sono state stravolte, i ritmi di vita cambiati. Abitudini che oggi ci stanno mettendo in difficoltà e ci inducono a fare delle riflessioni. Vite assediate dalla tecnologia, che ha reso bassi i nostri sguardi e meccanici i nostri movimenti. Non più gli acquisti dal commerciante di fiducia ma l’infatuazione per l’acquisto on line. Oggi la pandemia- afferma Tiberio- ci costringe a cambiare ritmi e abitudini, stili di vita e soprattutto metodi di acquisto. Certo non sarebbe più possibile tornare indietro ma correggere gli errori sì e fare della rete e del progresso della digitalizzazione un uso più Smart, più umano, tornare ad un nuovo Umanesimo, di certo aggiornato, che rimette al centro le persone con i loro valori e le comunità.”
“Quando tutto questo sarà finito- aggiunge Tiberio- dobbiamo trovare il piacere di comprare dal commerciante amico, dal negozio che illumina la nostra città e da quelle piccole botteghe di quartiere che hanno assistito i nostri anziani, consegnando la spesa utilizzando l’ascensore per evitare il contatto o anche il filoncino di pane steso alla finestra. Sono città morte quelle che l’epidemia ci sta facendo conoscere perché svilire della forza aggregante dei luoghi: piazze, strade, cinema, teatro ma anche bar, ristoranti, pub, negozi; le famose vetrine che di sera ci fanno sentire più protetti e che ci danno una grande lezione: il commercio non è solo bancone e incasso. È molto di più e i piccoli commercianti lo stanno dimostrando. Reagiscono al senso di smarrimento, di cupezza visiva, di vuoto che ci paralizza, che lascia attoniti, increduli, un incubo che ci è capitato fra capo e collo come la peggiore delle disgrazie. E come tanti colibrì, gli unici uccelli che volano a pancia in su e in retromarcia, stanno svolgendo un servizio a tutela del contenimento virale, proteggendo le categorie più deboli. A loro va il nostro ringraziamento unitamente alle forze dell’ordine e a quanti mettono a rischio la loro vita negli ospedali.”