La legge italiana prevede delle specifiche norme sulla manutenzione delle piante in giardino o in balcone: tutto quello che c’è da sapere.
Sono tantissimi i cittadini che decidono di arredare il proprio giardino o il balcone in modo da sfruttarlo, soprattutto nel periodo estivo, magari per cene o pranzi con amici e parenti. L’elemento che, di certo, non può mancare in uno di questi spazi sono sicuramente le piante.
Le varietà esistenti sono tantissime e molte di queste riescono a donare agli ambienti esterni un tocco di colore ed eleganza. Bisogna, però, badare bene alla cura e alla manutenzione delle proprie coltivazioni in modo da non creare problemi ai vicini di casa. Sul punto, in molti non sanno, esistono delle precise regole che devono essere rispettate per non rischiare di dover risarcire i vicini.
È molto importante prendersi cura delle proprie piante in giardino non solo per garantire loro una crescita ottimale, ma anche per evitare di avere dei problemi con il vicinato, considerato che la legge italiana prevede delle precise norme sul punto.
Può accadere, difatti, che, non prestando la giusta cura, i rami possano invadere la proprietà altrui causando disagi ai vicini. Per fare un esempio, si pensi ai rami cresciuti troppo che impediscono al proprietario della casa confinante di aprire correttamente la porta di ingresso o una finestra. Un altro disagio potrebbe essere rappresentato dalle infiltrazioni di acqua causate dalle innaffiature quando si vive in un condominio.
In queste situazioni, come spiega il sito Brocardi.it, inizialmente sarebbe opportuno contattare il vicino chiedendo di provvedere alla manutenzione del verde. Se l’invito viene ignorato, è possibile procedere per vie legali chiedendo ad un avvocato di inviare una lettera di diffida all’interessato richiedendo la manutenzione ed indicando un termine per procedere e le conseguenze in caso contrario. Secondo l’articolo 896 del Codice Civile, il proprietario di un fondo o immobile invaso da rami o piante può costringere il vicino alla potatura o, addirittura, procedere in autonomia con la rimozione delle radici, ma per quelle parti che invadono la proprietà, salvo disposizioni o regolamenti locali. Questo non vale per i rami della pianta: tagliando i rami, difatti, si potrebbe configurare il reato di danneggiamento, disciplinato dall’articolo 635 del Codice Penale.
Se l’interessato dovesse ignorare la lettera di diffida, è possibile valutare una causa civile chiedendo anche il risarcimento dei danni secondo l’articolo 2043 del Codice Civile. Sarà, dunque, il giudice a stabilire l’eventuale manutenzione da effettuare seguendo specifiche tempistiche e valutare il risarcimento per i danni subiti a causa della mancata potatura.