Come scoprire se una persona ha soldi in banca e se il conto corrente è cointestato: è facilissimo

Vuoi sapere se una persona ha dei soldi in banca? Ecco come puoi fare in modo molto semplice e senza fatica.

Un conto corrente è coperto dal segreto bancario e il suo ammontare è un dato riservato. Solo il titolare o il cointestatario ne può conoscere con esattezza la cifra. A meno che non decida di divulgarlo a persone di fiducia o a lui note. Eppure ci sono delle situazioni nelle quali è necessario conoscere l’ammontare del denaro presente su un conto.

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Come scoprire se una persona ha soldi in banca e se il conto corrente è cointestato: è facilissimo -Abruzzo.cityrumors.it

Non si tratta di una semplice curiosità da pagine scandalistiche o da social. Ma di una condizione regolata dalla normativa in vigore che scatta in presenza di determinate condizioni. Vediamo nel dettaglio come procedere per conoscere con precisione la presenza di un conto corrente.

Conoscere il conto corrente depositato, come fare

L’Agenzia delle Entrate può verificare la coerenza delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti per fare eventuali controlli fiscali nel caso di discrepanze. L’archivio che il Fisco può visionare è l’Anagrafe dei conti correnti o Registro dei rapporti finanziari. Qui sono registrati tutti i contratti tra persone fisiche e giuridiche con operatori finanziari.

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Conto corrente, le informazioni e come si possono richiedere- Abruzzo.cityrumors.it

Sono presenti perciò non solo conti correnti, ma anche cassette di sicurezza, depositi titoli, carte prepagate con o senza IBAN, libretti di risparmio e così via. Una norma del Codice di procedura civile consente in determinati casi di conoscere le informazioni presenti nell’Anagrafe dei conti corrente. La possibilità è presente quando si vanta un credito nei confronti di un terzo. Il fine è sapere se esistono beni da pignorare.

Naturalmente occorre avere dei documenti che provino questa circostanza. Bisogna avere un titolo esecutivo come un decreto ingiuntivo definitivo, una sentenza di condanna, una cambiale o un assegno scaduti, un contratto di mutuo stipulato dal notaio.

Poi è necessario notificare al debitore l’atto di precetto, che è l’intimazione a pagare entro 10 giorni. Infine si deve presentare una richiesta al Tribunale per l’autorizzazione all’accesso all’Anagrafe dei conti corrente, tramite ufficiale giudiziario.

Una volta effettuata la richiesta al Tribunale dove risiede il soggetto debitore, l’ufficiale giudiziario procede alle ricerche dei beni pignorabili nei dati dell’Anagrafe tributaria. L’accesso alla banca dati dell’Anagrafe consente di sapere presso quale istituto il debitore ha un conto corrente eventuale. L’ammontare esatto dei conti lo fornisce l’istituto bancario stesso, appena giunge la notifica del pignoramento dei beni, come da obbligo di legge.

Anche le agenzia investigative con autorizzazione prefettizia possono svolgere indagini per conto dei clienti al fine di rintracciare conti correnti e depositi usati dal debitore. È anche possibile che risalgano alla movimentazione del conto, fornendo informazioni attendibili.

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