Svolta incredibile per quanto riguarda i buoni pasto: la decisione della Cassazione lascia tutti senza parole!
Non sempre siamo tutti d’accordo con la Legge ma una cosa è fuori discussione: la Legge non s’interpreta, la Legge si rispetta e basta. Una recente pronuncia della Cassazione in merito ai buoni pasto ha lasciato tutti basiti e sta già sollevando non poche polemiche.
I buoni pasto fanno parte dei fringe benefit: sono una forma di retribuzione non pecuniaria che consente ad una persone di risparmiare sul suo stipendio. Infatti, grazie ai buoni pasto, il lavoratore dipendente non dovrà pagare di tasca propria il pranzo o la colazione che deve consumare fuori casa per motivi legati al lavoro stesso.
Fanno parte dei fringe benefit anche altre agevolazioni come la possibilità per l’azienda di pagare le bollette delle utenze domestiche dei dipendenti o gli alloggi dati in comodato d’uso ai trasfertisti o borse di studio o corsi aziendali. Si tratta di benefici che un’azienda può decidere se erogare o no: non sono obbligatori.
Buoni pasto: spettano anche se non lavori?
Svolta della Cassazione che, con una nuova ordinanza, ha lasciato tutti senza parole. Anche chi non lavora ha diritto ai buoni pasto e i datori dovranno garantirli sempre. Si tratta di una decisione destinata a fare molto discutere ma, si sa, la legge è legge e va solo rispettata.
I buoni pasto fanno parte di quei “benefici” che permettono ad un lavoratore di risparmiare sul proprio stipendio. Sono i cosiddetti “fringe benefit” che, entro una certa soglia, non devono nemmeno essere tassati. Non è obbligatorio riconoscerli ai propri dipendenti: un’azienda può decidere di concederli oppure no.
Tuttavia, se in un’azienda sono previsti, allora devono essere erogati sempre, anche durante i periodi di ferie. Sembra incredibile ma questa è stata la decisione della Cassazione che, qualche giorno fa, si è espressa a riguardo e ha confermato la decisione assunta dalla Corte di Appello di Napoli.
Secondo i giudici il ticket mensa costituisce a pieno titolo una componente della retribuzione e, in quanto tale, deve essere garantito anche durante le ferie. La decisione della Cassazione appare alquanto strana visto che, durante le ferie, il dipendente non usufruisce di nessun servizio mensa e non è costretto a mangiare fuori per ragioni di lavoro. Ma, essendo considerati parte integrante dello stipendio, i ticket devono essere garantiti anche quando il dipendente non lavora.
Questa decisione trova conferma in una precedente sentenza della Corte di Giustizia Europea la quale ha stabilito che la retribuzione percepita durante le ferie deve essere equivalente a quella dei giorni lavorativi ordinari per evitare che il lavoratore sia, in qualche modo, indotto a non godere delle ferie.