Si sta valutando l’ipotesi di introdurre un nuovo condono tombale per le cartelle esattoriali e non una rottamazione quinquies: cosa bisogna sapere.
Sino al prossimo 30 aprile è possibile fare richiesta di riammissione alla rottamazione quater. I termini sono stati riaperti solo per i cosiddetti “decaduti” ossia coloro i quali avevano già aderito alla misura, ma non hanno rispettato le scadenze di pagamento entro lo scorso 31 dicembre.
Intanto, si continua a parlare di una nuova rottamazione fiscale. In merito si è acceso un dibattito su cosa possa essere più conveniente tra una rottamazione quinquies o un condono tombale per le cartelle esattoriali affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Vediamo quali sono le differenze tra le due misure e cosa potrebbe cambiare, in particolare, per il sistema di riscossione.
La Lega, da tempo, si batte per l’introduzione di una rottamazione quinquies che consentirebbe ai contribuenti con cartelle esattoriali notificate fino al 31 dicembre 2023 di regolarizzare la propria posizione con il Fisco attraverso un piano di rientro suddiviso sino a 10 anni.
Dopo la bocciatura agli emendamenti presentati dal partito di Matteo Salvini alla Legge di Bilancio e successivamente al Decreto Milleproroghe, sono state avanzate due proposte di legge alla Camera e al Senato. Ora la misura è al vaglio del Governo e, in merito, negli ultimi giorni si è acceso un dibattito su cosa potrebbe essere più conveniente per i contribuenti e per le casse dello Stato tra una rottamazione quinquies ed un condono tombale delle cartelle. A differenza della prima, il condono tombale, noto anche come condono fiscale, rappresenta una misura che prevede l’estinzione definitiva dei debiti accumulati con il Fisco senza nessun pagamento.
Rispetto alla rottamazione, questa soluzione permette di alleggerire il peso fiscale dei contribuenti così anche da permettere ad alcune imprese di avere una nuova opportunità di crescita incentivando l’economia del Paese.
Inoltre, il condono tombale permetterebbe di eliminare centinaia di migliaia di cartelle esattoriali dall’archivio dell’Agenzia delle Entrate difficili da recuperare. Secondo le stime si parlerebbe di circa 500 miliardi di euro di cartelle che non sarebbe facili da riscuotere. Le varie rottamazioni, difatti, non hanno avuto il successo sperato, dato che nelle “prime quattro edizioni” si è registrato un mancato incasso pari a 63 miliardi sui 111 dovuti.
Intanto, i contribuenti che avevano aderito alla rottamazione quater e che non hanno rispettato i pagamenti al 31 dicembre possono fare domanda di riammissione alla misura entro e non oltre il 30 aprile. In questo modo potranno essere riammessi alla definizione agevolata per regolarizzare i propri debiti.