Disorientati e arrabbiati. I soci e i clienti della Banca di Teramo sono alla ricerca di risposte a seguito delle notizie che darebbero la possibile incorporazione della banca di credito cooperativo teramana con la Banca di Roma. Ed esigono spiegazioni chiare su quello che potrebbero essere il futuro dei loro risparmi, così come chiedono di conoscere a quali conseguenze potrebbe portare la riforma delle Bcc non ancora approvata ma che di certo modificherà non poco gli assetti attuali.
Per alcuni clienti, che si sono già rivolti all’associazione per la difesa dei consumatori Robin Hood, il primo interrogativo riguarda il motivo per il quale la “Bcc di Teramo, che fa parte della federazione delle Bcc di Abruzzo e Molise sin dalla sua costituzione, crea un percorso relazionale diverso ed apre trattative con un soggetto esterno”.
Inoltre, ci si chiede se quella che potrebbe essere una fusione, o aggregazione o incorporazione con la Banca di Roma non determinerà, come la storia per le banche locali ha già dimostrato, una delocalizzazione. Altri dubbi, poi, riguardano la possibilità dell’utilizzo degli investimenti locali in altre realtà, il valore delle quote, il peso del socio teramano nell’assemblea di Roma e la fine che potrebbe fare il personale della Banca di Teramo che, da come si prevede, potrebbe diventare una mera filiale.
“Un film già visto”, scrive in una nota Robin Hood, “che ha lasciato sul campo benefici solo per i non teramani, una ennesima sconfitta della città. I soci, inoltre, si chiedono come mai a ridosso dell’assemblea sociale per la elezione dei nuovi organismi, ormai prossima, si prende in fretta una decisione cosi importante. E come mai si preannunciava di attendere la nuova legge, si comunicava che Bcc Teramo accantonava 2,5 Ml di Euro l’anno, bilanci in “equilibro” ed adesso non è più cosi?”.
Domande, tante, che attendono una risposta.