A partite da marzo 2009 i mercati sono saliti ed hanno invertito una tendenza che avviava l’intero sistema verso il collasso totale. Si è reso necessario da parte delle autorità politiche e monetarie far si che i mercati finanziari e quindi le borse tornassero a correre ed a risalire la china: ciò è accaduto grazie alle manovre di “quantitative easing” che ho avuto modo di descrivere nei paper precedenti: si è semplicemente stampato moneta. Se prendiamo in considerazione il più importante indice mondiale ovvero l’SP500 in USA, il mercato si è come magicamente stoppato nella sua risalita a quota 1200 punti.
Il minimo fu raggiunto il 6 marzo 2009 a quota 667 punti. Si è riportato l’orologio al settembre 2008; l’SP500 prima del fallimento della Lehman (15 settembre 2008) quotava proprio 1200 punti. Giovedì 6 maggio 2010 Wall Street in 15 minuti ha magicamente bruciato senza motivo circa il 9%. I mass media ultimamente hanno puntato il dito sulla Grecia ma molti non sanno che il vero problema è la Spagna e l’impressionate crisi immobiliare che la attanaglia; la penisola iberica è cresciuta sulle farfalle ed ora si trova in una situazione drammatica che molti media sottovalutano.
I Paesi Emergenti, i principali sono catalogati nella sigla BRIC (Brasile Russia India Cina), sono in un trend rialzista primario cioè sono tecnicamente in ascesa continua. Dal 2000 si nota uno scollamento tra le borse occidentali (Usa ed Europa) ed i paesi emergenti. Ciò è dovuto principalmente ad un deterioramento demografico. La struttura demografica occidentale è composta da una popolazione “vecchia”; al contrario nei paesi emergenti ci sono molti giovani e la natalità è in forte ascesa. Quindi questo influenza il sistema produttivo, economico ed il sistema pensionistico; l’occidente è destinato a stagnarsi mentre i nuovi paesi emergenti saranno le economie del futuro e traineranno la crescita mondiale per i prossimi 50 anni. I paesi demograficamente più vecchi vanno molto peggio, l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa. I trend demografici non sono brevi, durano molto.
L’economia cresce se ci sono le persone, se c’è quindi una base demografica su cui contare . Tutte queste aspettative si scaricano sui mercati finanziari e sulle borse che sono la loro manifestazione. A questo punto sorge spontaneo domandarsi perché l’economia dei paesi occidentali si è basata su tassi bassi, sul debito. Semplicemente perchè si arriva prima e quindi più velocemente alla crescita. Ma è una crescita irreale fittizia al contrario di quella dei paesi emergenti. I tassi di interessi bassi non sono sani; se mantenuti per troppo tempo generano delle bolle. Per uscire dalle crisi ci vogliono soluzioni più solide e reali. Con i tassi bassi si incentiva solo l’indebitamento ed il risparmio e quindi si crea solo un circolo vizioso. Teoricamente se cresce il denaro perchè distribuito alle banche dalle banche centrali per scongiurare il loro fallimento e quindi l’implosione del sistema economico, deve aumentare la produttività e l’inflazione. Questo purtroppo non è accaduto, il denaro è rimasto bloccato nei sistemi finanziari , nei forzieri delle grandi banche che hanno capitanato la risalita dei corsi azionari con operazioni per lo più di trading assicurandosi performance stellari.
Ancora una volta a pochi mesi di distanza dal rischio collasso il vizio è tornato ancor più di prima! Goldman ha stabilito performance strabilianti! Io mi chiedo: se la finanza ha creato il problema, perché risolverlo dalla finanza? La finanza è semplicemente un veicolo. Il sistema produttivo composto di industrie e lavoratori ha bisogno di riforme strutturali tali da favorire uno sviluppo più reale e concreto dell’economia. L’impostazione del sistema Europa è carente in primis perché non esiste un unione politica degli stati nazionali che ne fanno parte e quindi non esiste una guida; si è assistito ad un unione monetaria troppo repentina che ha creato degli squilibri in quanto le dinamiche economico-monetarie dei diversi stati dell’unione sono molto diverse fra loro: ci sono persi di serie A e di serie B e non c’è un ossatura forte come potrebbe essere l’unione politica.
In conclusione credo che le manovre di austerity proposte dai vari governi occidentali siano solo l’ultima spiaggia per cercare di aggrapparsi allo strapotere economico finanziario dei paesi emergenti. A mio avviso manovre atte ad una mera riduzione della spesa pubblica disincentivano la crescita generando solo stagnazione e quindi crescita nulla nel medio termine, in quanto vanno a danneggiare il sistema produttivo già allo stremo delle forze. Austerity si ma per gradi! Prima riforme strutturali, ragionando in ottica di medio-lungo periodo, in grado di favorire il benessere e quindi la sicurezza della popolazione ed un progressivo aumento della crescita demografica perché purtroppo siamo troppo vecchi e con poche idee!