La questione è molto delicata ed è importante che la Ferrari riesca a risolvere tutto quanto prima che parta lo sviluppo della nuova macchina per il 2026: svelato il motivo che la rallenta.
La Ferrari ha trovato il suo primo podio stagionale, un terzo posto con Charles Leclerc e solamente al quinto gran premio della stagione. Ovvio che la cosa non sia affatto soddisfacente, soprattutto alla luce del fatto che ci si aspettava ben altro da questa SF-25 e da Lewis Hamilton soprattutto. Charles Leclerc sta andando sempre più veloce e si trova maggiormente a suo agio, pur facendo fatica a competere ai massimi livelli. Per l’inglese c’era stata la sola eccezione felice della Sprint Race vinta in Cina. Poi è stato un disastro totale.

E Frédéric Vasseur ha sottolineato come sia importante riuscire a trovare il modo di andare più veloci in qualifica. Cosa che ha trovato anche i piloti della Ferrari concordi. C’è una differenza di prestazioni troppo marcata tra le prove libere del venerdì, le qualifiche del sabato e la gara della domenica. Particolare pressione starà sentendo il direttore tecnico della Ferrari, Loic Serra, principale responsabile del comparto telaistico. Bisogna trovare un equilibrio infatti tra la componente aerodinamica ed il consumo delle gomme. C’è un dato significativo in tal senso.
La problematica cronica della Ferrari
E cioè che, nel GP dell’Arabia Saudita, quando Leclerc si è trovato in condizioni di pista libera e con le gomme fresche, ha abbassato in maniera importante i tempi dei suoi giri. E ha finito con l’essere più veloce di Oscar Piastri e di Max Verstappen. La stessa cosa era accaduta in Bahrain. Da qui la necessità di dovere migliorare in qualifica, perché così si hanno le migliori condizioni possibili per gareggiare, senza traffico davanti e senza aria sporca. Già partire dalla seconda fila comporta una perdita di due secondi nei primi sei giri.

I dati in possesso della scuderia di Maranello, ma anche quello che noi spettatori abbiamo avuto modo di vedere, riguardano in maniera evidente la gestione delle gomme e non il loro riscaldamento. La Ferrari sta avendo degli evidenti problemi a trovare la dimensione giusta in tal senso. Scaldare i pneumatici non è complicato, lo è invece estrarre l’aderenza ideale dagli stessi. Poi dipende anche dalla natura del circuito dove si corre, ed il tracciato di Gedda, che ha dei curvoni veloci, facilita il compito.
Su piste da altre caratteristiche invece le cose si fanno più difficili. E cosa c’entra il comparto aerodinamico? Il fatto è che in fabbrica si sta lavorando alla realizzazione di sospensioni in grado di ottimizzare l’uso delle gomme nel giro singolo di qualifica. Poi c’è anche altre da dire, ad esempio che ci sono le nuove gomme Pirelli 2025 con mescola C5, che hanno debuttato proprio in Arabia Saudita e che ritorneranno al GP di Miami della settimana prossima.
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Bisogna trovare il giusto equilibrio tra componenti
C’è però anche un altro discorso, legato all’altezza del fondo dall’asfalto. La Ferrari SF-25 sembra essere stata concepita per avere una distanza in questo senso che favorisca più la gara che la qualifica. E la maniera in cui la monoposto si muove rispetto a quanto è distanziata dal terreno è una variabile del tutto soggetta a cambiamenti, tra il sabato e la domenica.

Tra l’altro influisce moltissimo pure il carico di benzina. Ora si ritiene che intervenire sulla rigidezza delle sospensioni possa migliorare le prestazioni su giro unico delle auto affidate a Leclerc e Hamilton. Ed una ottimizzazione ulteriore può giungere poi dall’aerodinamica affidata a Loic Serra. Fermo restando che, ad un certo punto della stagione, occorrerà concentrare gli sforzi sulla monoposto da mandare in pista nel 2026.
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E quello che verrà sarà un momento di rottura importante in Formula 1, per via del cambiamento di regole a livello tecnico pressoché totale, con le monoposto che saranno profondamente diverse da quelle attuali.