Per un Leclerc terzo e che ha ottenuto il primo podio in stagione per la Ferrari, c’è un Hamilton settimo che non sa perché va così piano in pista.
Sorride a metà la Ferrari, dopo aver trovato il primo podio stagionale nel Gran Premio dell’Arabia Saudita ma con un altro piazzamento anonimo per Lewis Hamilton. La trasferta in Asia, costituita da quattro gare tra Cina, Giappone, Bahrain e per l’appunto Arabia, ha restituito anche qualche elemento sul quale potere investire per il futuro, oltre a tante delusioni e magre figure. Almeno una cosa è certa: la vera Ferrari non è quella di Shanghai, quella della doppia squalifica dei suoi piloti per due problematiche diverse e dalle idee molto confuse al muretto.

Con l’impegno, qualche risultato positivo può arrivare. Ed avere centrato il terzo posto con Charles Leclerc vale molto. La macchina può dare delle risposte importanti e potere competere almeno con le due Mercedes, oltre che con la Red Bull a mezzo servizio. Almeno in ottica costruttori, complice un apporto di Tsunoda che sarà prevedibilmente ridotto ai minimi termini, la Ferrari potrà vedersela con entrambe. Però resterà anche da vedere cosa succederà dopo il GP di Spagna e la nuova introduzione nel regolamento tecnico che scatterà da lì.
Hamilton va sempre piano, perché?
A Barcellona non sarà più ammessa una flessibilità oltre ad una certa portata dell’ala anteriore. Aspetto che, secondo molti, fa volare la McLaren assieme alla gestione ottimale delle gomme. Fino ad allora ci sarà da continuare a lavorare duro. Ma Hamilton è sfiduciato più che mai e sembra avere perso le speranze.

Da parte sua c’è un addio precoce, precocissimo, alle possibilità di potere competere per il titolo. E di potere mettere le mani sull’ottavo Mondiale Piloti in carriera. Cosa che ne farebbe il pilota più vincente di tutti i tempi.
Lui ammette di essere sempre lento e che non sa come venire fuori da questa situazione. Leclerc ha un altro passo, e la cosa sembra legata anche ai loro differenti stili di guida. Il monegasco ama di più il sovrasterzo, cosa che gli consente di trovare un equilibrio ottimale con una Ferrari SF-25 che, di contro, soffre molto di sottosterzo.
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A Miami per cambiare passo
E la Sprint Race vinta in Cina è parsa solo un lampo, una eccezione. Alla stampa del suo Paese, l’inglese non ha le idee chiare su come uscire da questa situazione. Chiaro che il supporto del team è massimo, e che a questo punto tocca a lui dovere cercare di ottenere le informazioni necessarie per potere indirizzare ingegneri e meccanici allo scopo di trovare l’equilibrio ottimale per potere competere anche nelle qualifiche ed in gara.

Difatti un altro problema che affligge Hamilton è che lui sta partendo sempre, sistematicamente indietro. Per lui al momento non c’è soluzione e lui per primo non sa come spiegarsi questo deficit di prestazioni così eccessivo. “Le ho provate tutte per essere più veloce, ma non so perché non ci sono riuscito”, il sunto del suo discorso.
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Va anche detto che nel primo tratto di pista, il sottosterzo ed il degrado delle gomme della sua monoposto sono stati eccessivi. Questo lo ha portato a perdere aderenza e ad avere un tempo troppo alto. Ora ci sono due settimane di tempo prima del GP di Miami, che si correrà domenica 4 maggio alle 22:00 ore italiane. Per allora si spera di vedere Hamilton più vicino in termini di prestazioni a Leclerc.