Secondo la tradizione Gesù sarebbe nato all’interno di una grotta, ma ci sono fonti che raccontano un verità ben diversa da quella che conosciamo.
La vita di Gesù Cristo ci è stata raccontata attraverso i vangeli degli apostoli, dei documenti storiografici che sono stati scritti diversi anni dopo la vita di quello che i cristiani ritengono il Messia atteso dagli ebrei, ovvero il figlio di Dio sceso sulla terra per cambiare il mondo e donare al popolo eletto la sua sovranità.
La vita e il messaggio di Gesù sono però andate in direzione differente dalle attese tratte dagli antichi scritti, il Messia era venuto a portare un cambiamento epocale ma dal punto di vista concettuale. Non era una supremazia del potere e della forza, ma di etica e morale, un cambiamento che se applicato in maniera universale avrebbe apportato un’era di felicità per tutti i popoli.
Ma il concetto di messia divergente tra ebrei e cristiani non è l’unica cosa che è stato ed è argomento di discussione riguardo la figura di Gesù Cristo. Secondo gli scritti a noi giunti la nascita di Gesù sarebbe avvenuta a Betlemme di Giuda (versione su cui concordano sia Matteo che Luca), ma il solo Luca aggiunge che non c’era posto nella locanda e che Maria fu costretta a partorire in una mangiatoia.
Per quanto riguarda la nascita all’interno di una grotta, il primo scritto che ne fa riferimento è quello di San Giustino Martire (150 d.C.), ripreso poi da Origene (250 d.C.) e San Girolamo (325 d.C.) e successivamente preso come versione di riferimento, al punto che l’Imperatore romano Costantino fece erigere la Basilica della Natività in quella che venne individuata come la grotta in cui nacque Gesù.
Gesù non è nato in una grotta come vuole la tradizione?
L’ipotesi che Gesù sia nato in una mangiatoia ricavata all’interno di una grotta è stata messa in dubbio da diversi studiosi protestanti nel XX secolo. Sia Kenneth Bailey che Alfred Plummer ritengono che il Vangelo secondo Luca (quello che fa riferimento alla grotta) sia stato mal tradotto.
L’apostolo indica il luogo di nascita di Gesù con la parola greca “katáluma” con il quale si era soliti indicare dei luoghi utilizzati per ospitare sia uomini che animali. Da qui l’ipotesi dell’errore di traduzione, surrogata dal fatto che Giuseppe, della famiglia di Davide, difficilmente non avrebbe trovato ospitalità da nessuno a Betlemme.
A supporto di questa tesi c’è anche il fatto che quando Luca nell’episodio del buon samaritano che si prende cura dell’uomo incappato nei briganti utilizza il termine “pandocheîon” per descrivere il luogo in cui si trovano, utilizzato dai greci per indicare una locanda adibita all’accoglienza di viaggiatori e forestieri.
Sempre nel Vangelo di Luca il termine “Katáluma” torna invece durante l’ultima cena (descritta come stanza superiore dagli altri apostoli), svoltasi all’interno di una stanza per ricevimenti o stanza per gli ospiti di una normale abitazione dell’epoca. Possibile dunque che la tradizione della grotta derivi solo da un errore di traduzione o interpretazione dei traduttori latini?