‘Vietato Vietare’: Pep Marchegiani, Mirò e Guttuso in mostra a Chieti

Chieti. All’Antica Pescheria in via Arniense a Chieti, è stata presentata la mostra “Vietato Vietare” dell’artista abruzzese Pep Marchegiani, in programma al Museo d’Arte “Costantino Barbella” dal 5 al 30 luglio (orari: martedì e giovedì ore 9-14/15-18; mercoledì, venerdì e sabato: ore 9-14), in occasione della quale, oltre alle opere di Marchegiani, sarà possibile ammirare quadri, tra gli altri, di Mirò e Guttuso.

 “Questo luogo è storico per la città di Chieti – ha rimarcato l’assessore alla Cultura del Comune di Chieti, Antonio Viola – lo vogliamo valorizzare per farlo diventare un fiore all’occhiello. Quindi offriamo ben volentieri ai giovani lo spazio per esporre le proprie opere. ‘Vietato vietare’ non solo per la location ma anche per lasciare libera l’entrata dove esporre le proprie emozioni e sensazioni senza steccati e senza essere legati a mecenati che sponsorizzano. Siamo estremamente contenti di organizzare questa manifestazione. Un grazie al consigliere Stefano Rispoli per aver proposto questo evento, andiamo avanti su questa strada”.

 “Questa manifestazione dà la possibilità di rilanciare alcuni posti culturali – ha spiegato il consigliere Stefano Rispoli – Pep Marchegiani è un artista molto diretto, dà anche dei messaggi ai giovani e alle istituzioni. L’obiettivo di far conoscere il Barbella. Non sarà una mostra ‘normale’ perché mi aspetto delle sorprese da parte dell’artista”.

 La mostra “Vietato Vietare” vedrà la presenza anche di opere di Massimo Desiato, Fabiola Murri, Mark Bufalo e Manuela Armellani. L’esposizione sarà, inoltre, arricchita da eventi collaterali a sorpresa che animeranno la città per tutto il mese di luglio.

 ”Ringrazio Stefano Rispoli per le sue attività – ha detto il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio – qualche anno fa insieme ad alcuni consiglieri tra cui Stefano abbiamo scommesso su questi posti, pensavamo che non avevano più la capacità e la forza di avere un appeal culturale che avevano prima ma dovevano essere un albergo che ospitassero certi valori ed abbiamo raccolto la sfida. Ci sono dei ragazzi che si sono accorciati le maniche ed hanno rimesso a posto piazza Malta ed hanno dato delle nuove offerte alla città. Le cose vanno fatte ascoltando il giudizio preventivo della gente. L’anno scorso quando abbiamo detto che piazza Malta è la piazza delle idee è la verità, anzi, si posso fare delle nuove cose”.

 L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Chieti e da Farm Cultural Park e realizzata in collaborazione con Chiusa Grande, Associazione Campare, Collettivo 16, Side+ e Pr5, è anticipata da una personale di Marchegiani, tra i principali esponenti dell’Arte Contemporanea, allestita fino al 10 luglio presso l’Antica Pescheria.

 “Sono due esposizioni all’interno della città di Chieti – ha sottolineato Pep Marchegiani – una pubblica per far apprezzare ai cittadini quella che è l’arte contemporanea, l’altra pittorica all’interno del Museo Barbella per cercare di portare i cittadini all’interno di un Museo che è un’eccellenza di Chieti. Sono artisti emergenti come Joan Mirò piuttosto che Aligi Sassu. Io li definisco emergenti come provocazione perché quei quadri sono rinchiusi e non sono a disposizione del pubblico, li ho scoperti per caso e secondo me devono essere aperte le porte per farci capire che noi abbiamo sotto casa dei pezzi di persone che hanno fatto la storia dell’arte. Nel mio piccolo io cerco di sfruttare la mia mostra per far emergere loro. In Italia qualsiasi posto culturale è chiuso, ci sono delle segrete che non verranno mai aperte. Invito tutti gli artisti ad esporre in pubblico. Nel caso di Chieti c’è stato l’aiuto dell’amministrazione che non ha smorzato i toni su questi pezzi importanti, anzi li ha esaltati. Per noi è una sorpresa e speriamo di sfruttare bene questa disponibilità. Si vive di cultura se cadono i concetti ed i comportamenti delle Gallerie d’Arte che sono diventate delle tombe per gli artisti, le opere rimangono lì dentro, non sono a disposizione del pubblico. Se si riparte da lì l’Italia può vivere solo d’arte perché l’abbiamo ereditata e continuiamo a produrla. Questi signori dell’arte che continuano a tenere le porte chiuse ci costano fatica ed invito tutti gli artisti ad esporre in pubblico”.

Francesco Rapino

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