Lanciano. Alla presenza di un nutrito pubblico ricco di illustri docenti universitari e personalità del settore, con l’intervento dell’Assessore alla Cultura del Comune di Lanciano, Pino Valente, ma soprattutto con l’attenta e qualificante introduzione critica a cura della Prof.ssa Maria Cristina Ricciardi, si è svolto nel tardo pomeriggio di ieri, presso il Polo Museale Santo Spirito, a Lanciano, il vernissage che ha inaugurato l’importante mostra antologica del grande artista frentano Luigi Angelucci.
Univoco, da parte di tutti gli intervenuti, l’entusiasmo manifestato, ma soprattutto il sentimento di riconoscenza espresso nei confronti dello stesso Angelucci, architetto abruzzese che, come sottolineato dall’Assessore Valente a nome anche del Sindaco Mario Pupillo, “ha contribuito a portare grande pergio alla città di Lanciano” in quanto, con le sue centinaia di opere, tutte di altissimo valore qualitativo, è divenuto tra i più grandi artisti della metropoli di Caracas e dell’intero Venezuela. Paese, quest’ultimo, presso il quale, trasferitosi sin dalla giovane età, Luigi Angelucci ha vissuto e continua a vivere, seppur con frequenti rientri nella sua amata terra natìa.
“Artista vero, completo, profondo e complesso”: questo, in estrema sintesi, il profilo dell’architetto tracciato nell’analisi a ‘firma’ della Prof.ssa Maria Cristina Ricciardi, docente universitaria alla d’Annunzio e critico d’arte di affermato spessore, la quale ha evidenziato come pochi sappiano che Luigi Angelucci sia anche “scultore e magnifico pittore, un pittore vero, coinvolto in tutte le inquietudini in cui è calata la vita di un artista, tra ricerca e sperimentazione e soprattutto tantissimo lavoro come necessario contrappasso ai dovuti chiarimenti all’interno del proprio percorso di indagine. Angelucci – ha spiegato la Prof.ssa Ricciardi – ha sempre vissuto la dimensione di artista come un fatto personale”, ma per la prima volta, proprio con la mostra antologica inaugurata ieri, che sarà possibile visitare fino al 20 settembre e che propone una ‘summa’ di dipinti, sculture, progetti ecc, questa sorta di “diario privato”, in realtà talmente vasto e ricco da essere solo in parte contenuto in un’imponente monografia (“Luigi Angelucci The Artist”) di quasi 300 pagine, viene aperto e donato dal Maestro alla sua terra, alla sua gente, ai suoi cari ed a tutti gli amanti dell’arte.